Allarme per il nuovo concorso


Fonte: Italia Oggi. Articolo del 17 .10.2023 di Jacopo Bennati. Il piano prevede una prima selezione entro il 2023. Il bando ancora all'esame di Bruxelles. In ballo 40 mila posti del target PNRR

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Allarme per i tempi del nuovo concorso, il primo Pnrr. Il target Pnrr relativo all'assunzione di 70 mila docenti di scuola secondaria con le nuove regole entro il 31 dicembre 2024 è sempre stato considerato impegnativo. Il primo bando di gara è pronto dall'estate ma attende ancora il via libera di Bruxelles (si veda da ultimo ItaliaOggi del 3 ottobre scorso) nonostante sia meramente applicativo di una norma già validata dalla Commissione. A rischio dunque la prima scadenza del 2023.

Il primo concorso interessa 40 mila posti e ne seguirà un secondo per almeno 30 mila posti nella prossima primavera. Entrambi i concorsi ricadono nella tipologia di concorso previsto dalla cosiddetta fase transitoria del nuovo reclutamento, quella che terminerà il 31 dicembre 2024.

A tutti i concorsi per la scuola secondaria, anche oltre la fase transitoria, potranno partecipare i soggetti che avranno maturato negli ultimi cinque almeno tre anni di servizio di cui uno nella specifica classe di concorso. In fase transitoria a questi si aggiungeranno coloro i quali abbiano conseguito i 24 crediti formativi universitari entro ottobre 2021 oppure i primi 30 cfu dei 60 previsti dalle nuove regole. La differenza tra le due platee è proprio in quest'ultima fattispecie, visto che all'uscita del primo concorso nessuno avrà ancora acquisito i 30 cfu del percorso di abilitazione (il termine previsto dal dpcm è il 28 febbraio 2024). Il timing, che aveva programmato viale Trastevere, prevede che al concorso 2023 partecipino i precari con tre anni di servizio e quelli con i 24 cfu, al concorso 2024 che si aggiungano gli aspiranti docenti che avranno acquisito i 30 cfu; dal 2025 non saranno più validi i 24 e i 30 cfu, ma si potrà partecipare solo con tre anni di anzianità di servizio o con l'abilitazione a seguito della acquisizione di 60 cfu.

La norma prevede infine che i candidati completino il proprio percorso dopo il superamento del concorso e prima della conferma in ruolo con 30 cfu nel caso dei precari e di chi ha già acquisito i primi 30 “nuovi” cfu e con 36 cfu nel caso di chi ha i “vecchi” 24 cfu. Superato lo scoglio dell'approvazione da parte della Commissione, si potranno aprire i termini per la domanda di partecipazione e quindi verrà definita la data della prova scritta (non ci sarà per queste tornate alcuna prova preselettiva). Prova scritta che fino al 2026 consisterà in un test con quesiti a crocette, volti all'accertamento delle conoscenze e competenze in ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico, nonché sull'informatica e sulla lingua inglese. Nulla quindi sulle discipline, le competenze didattiche e l'abilità nell'insegnamento, che saranno verificate all'orale anche tramite una lezione simulata.

Visti i tempi così stretti per il raggiungimento del target di 70 mila assunzioni una delle ipotesi in campo per non mancare l'obiettivo è che il termine del 31 dicembre 2024 possa essere prorogato, ovviamente dopo averlo concordato con la Commissione europea. Un'altra possibilità è prevedere, sempre d'intesa con Burxelles, che la scadenza indicata sia quella entro la quale bandire i concorsi e non ultimare la procedura di assunzione a tempo indeterminato, che prevede non solo il completamento dei cfu ma anche il superamento dell'anno di prova.



 
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