Occupazione giovanile: il sistema duale tedesco


Scuola-lavoro, modello "germanico-olandese", disoccupazione ed emigrazione. Padania terronia del nord Europa

Orizzontescuola.it – 08.07.2013 - DP

In cosa consiste il sistema duale? Su quali scenari si innesterà? Senza ripresa economica rischiamo di fornire manodopera a basso costi ai paesi del Nord Europa: puntare su ICT e green economy. Lombardia regione dalla quale si emigra di più, meta preferita la Germania.

Partiamo dal funzionamento del "sistema duale". Il modello

Di cosa si tratta? Di un sistema di apprendistato che è composto da formazione scolastica e aziendale, due elementi che si alternano e completano (da cui il nome "duale"). Attraverso questo sistema il Governo offre un contratto di apprendistato ai giovani studenti che diventano anche lavoratori con salari minimi

Il modello preso a riferimento da far adottare ai paesi europei è quello tedesco, l'obiettivo è contrastare la disoccupazione giovanile.

Si tratta di un sistema che, già da tempo, è adottato in molti paesi europei: Olanda, Germania, Austria, Gran Bretagna. E che adesso, l'Europa, vuol far adottare anche ad altri paesi come Italia, Spagna, Portogallo ai quali si chiede una rivoluzione anche culturale che pretenderà di non ragionare più per comparti stagni tra scuola e lavoro ma di interconnettere i due mondi.

In Francia, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Germania i sistemi sono già rodati. L'apprendista può avere una età che si aggira tra i 16 e i 24/25 anni, con deroghe (come nel caso dei Paesi Bassi) che non pongono limiti di età. I salari garantiti ai giovani apprendisti variano da paese a paese, si va dai 341 euro per gli under 18 in Francia ai 1.400 euro in Olanda. In tutti i paesi ci sono agevolazioni per le aziende a livello di tassazione.

I dati sono stati raccolti dall'Isfol e divulgati dal quotidiano "Il Sole 24 Ore"

Sebbene il modello da imitare per i paesi del Sud Europa sarà quello tedesco, da più parti si ritiene uno dei più efficienti quello olandese, in grado di trovare lavoro entro 6 mesi e trasformarlo, entro 3 anni, in posto a tempo indeterminato.

Il successo è dovuto ad una sussidiarietà dei compiti con i Comuni che giocano un ruolo fondamentale, chiamati a trovare un impiego ai propri cittadini..

Altrettanto fondamentale il ruolo dell'istruzione. Le scuole professionali, infatti, dialogano con il territorio, con i distretti industriali e il tessuto economico in generale, adattandosi alla formazione di figure professionali più facilmente impiegabili dalle aziende. Per questo si è sviluppato un modello di scuola professionale molto flessibile e in grado di adattare i propri programmi di insegnamento in modo veloce e secondo le indicazioni delle aziende.

Il Sud Europa e l'Italia (terronia del Nord Europa)

Molto dipende dal sostrato economico-sociale in cui vengono innestati tali sistemi. La Germania, ex malata d'Europa, ha avviato un processo di riforme lungimiranti che oggi ha messo il loro sistema in una situazione di vantaggio rispetto agli altri stati europei. Parliamo di quelle riforme "strutturali" per le quali altri paesi annaspano, Italia compresa: conti pubblici, riforma pensioni, riforme salariali.

Stesso percorso per l'Olanda che ha adottato politiche economiche di austerità e fatto scelte di bilancio col fine di ridurre la spesa pubblica.

Misure che hanno permesso di affrontare la crisi con maggiori risorse e poter contare, adesso, un Pil in crescita grazie ad un aumento di esportazioni (soprattutto per l'economia tedesca) verso i "paesi emergenti": Cina, India e Brasile.

Una situazione positiva, quasi pre-crisi, che richiama anche nuova forza lavoro, preferibilmente a basso costo.

Differente la situazione nei paesi del Sud che vede tassi di dosoccupazione da paesi dell'America latina. Preoccupa soprattutto quella giovanile, che raggiunge il 50% in paesi come Spagna e Grecia e il 40% in italia e Portogallo, rendendo più difficile la riduzione del carico del debito e quindi dell'uscita dalla crisi.

Tetti di disoccupazione che hanno alimentato il fenomeno dell'emigrazione, raggingendo in Italia, nel 2012, un +30% rispetto al 2011, passando dai 60.635 cittadini ai 78.941 con residenza all'estero.

Cifre da capogiro e che sbalordiscono, se si guarda soprattutto alla loro distribuzione sul territorio.

La regione dalla quale si emigra di più è la Lombardia con 13.156 lombardi trasfritisi nel 2012, seguiti dai veneti con 7456, dai siciliani con 7003, i piemontesi 6134, i laziali 5952, i campani 5240, agli emiliano-romagnoli 5030, i calabresi 4813, ai pugliesi 3978 e ai toscani 3887.

Dove si emigra? In Germania, ovviamente, meta di 10.520 italiani, seguita da Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Belgio e Austria, tra i paesi europei. Ma si va alche oltreoceano, in Argentina USA, Brasile.

Dal 1990 ad oggi, gli italiani che sono andati all'estero per lavoro sono quasi 2milioni e mezzo e di questi 600mila sono giovani tra i 20 e i 40 anni.

Italia riserva di manodopera a basso costo senza innovazione e ripresa economica

E su questi ultimi dati si giocano le politiche di questo Governo sulle riforme scuola-lavoro.

Il rischio è che tali riforme ed investimenti vadano più a vantaggio dei paesi approdo di emigrazione, più che al paese stesso, continuando a fornire flussi migratori, ma maggiormente qualificati, se contemporaneamente non ci sarà una ripresa economica.

Così, i nobili obiettivi della "dichiarazione di intenti sull’apprendimento duale" stipulato tra Italia e Germania, di promuovere la mobilità transnazionale con la quale Germania accoglierà giovani cittadini europei offrendo loro l’opportunità di una formazione (corso di lingue incluse) e conseguentemente di un’occupazione, con lo scopo di trasferire le conoscenze, si trasformeranno in viaggi senza ritorno. Il tutto sfruttando i finanziamenti quei finanziamenti europei destinati alle ai paesi in difficoltà economiche.

Un esempio concreto ci è fornito dal rapporto curato dal think tank Glocus "Professioni e lavoro nel 21° secolo"

La ricerca evidenza come entro il 2015 si creeranno 900mila posti di lavoro destinati a rimanere vacanti perché mancheranno le specializzazioni necessarie a occuparli. Si tratta di informatici, analisti e sviluppatori; ma anche nel campo della formazione, servizi sanitari, servizi sociali; delle economie verdi come settore energetico per le energie rinnovabili e ambiente
E l'Italia? Annaspa!

Basti pensare che l’internet economy contribuisce al Pil soltanto nella misura del 2% (pari a circa 32 miliardi di euro), ben al di sotto rispetto ai valori degli altri paesi europei, dove si attesta fra il 4% e il 7%.

Oppure, nel settore della green economy, se l'Italia raggiungesse gli obiettivi europei circa 1,4 milioni di occupati, con un incremento di oltre 173 mila unità rispetto al 2012, per 1.397.000 occupati totali tra occupazione diretta, indiretta e indotta.

Non solo, dunque formazione, ma anche giusti investimenti per rilanciare economica, o l'Italia sarà riserva indiana di manodopera qualificata per la ripresa economica degli altri paesi europei.

 

BERLINO UNISCE SCUOLA E LAVORO

il Sole 24 Ore - 04-07-2013 - V.d.r.

Il caso tedesco. I vantaggi del «sistema duale» Berlino unisce scuola e lavoro

La Conferenza sul lavoro che si è tenuta ieri a Berlino alla presenza del cancelliere tedesco Angela Merkel, del premier italiano Enrico Letta e del presidente francese Francois Hollande oltre al presidente della commissione Ue José Barroso e del Consiglio Herman Van Rompuy si è posta l'obiettivo di contrastare la disoccupazione giovanile utilizzando l'esperienza fatta in Germania nel sistema duale, riforme varate sotto il cancellierato di Gerhard Schrader e che oggi Berlino vuole condividere con i suoi partner per difendere il lavoro europeo dai venti freddi della crisi. La Merkel ieri ha ricordato ai premier, capi di stato e ministri del lavoro della Ue presenti al forum che anche se dal 2005 la Germania ha ridotto della metà la disoccupazione giovanile, i problemi non mancano. Ma la chiave del successo è e rimane il cosiddetto sistema duale, ossia quel sistema composto da formazione scolastica e aziendale che si alternano e si completano.

In Germania oggi il Governo può offrire un contratto di apprendistato a tutti i giovani che lo desiderano, a differenza di quanto accadeva qualche tempo fa, quando la formazione dei giovani avveniva sostanzialmente al di fuori delle aziende, in scuole specifiche per l'apprendistato. Insomma in Germania i giovani vanno a scuola e contemporaneamente al lavoro nelle aziende che offrono anche uno stipendio in media pari a circa 600 euro al mese.

Il sistema duale fornisce uno sbocco occupazionale concreto ai giovani e fornisce alle aziende la manodopera che esattamente richiedono in relazione alla loro attività produttiva. In sostanza se in un distretto industriale necessitano di certe professionalità, le scuole tecniche tedesche forniscono queste caratteristiche che vengono modulate insieme alle aziende. Inoltre la Germania non ha puntato solo sull'accademizzazione dei giovani, nonli ha avviati tutti al liceo nella assurdapretesa di formare solo professionisti o dirigenti.

A Berlino hanno saputo valorizzare professioni come l'operaio specializzato o l'artigiano che sono figure molto richieste e necessarie allo sviluppo manifatturiero del paese, prima potenza economica dell'Europa. Il fatto di frequentare queste scuole professionali non impedisce ai più meritevoli di accedere all'università e diventare amministratori delegati. «Così arrivano al diploma di laurea con in più competenze formate sul campo di lavoro», spiega Stefano Scarpetta, vicedirettore della dipartimento occupazione e politiche sociali all'Ocse.

E i numeri parlano chiaro: queste riforme hanno portato il Paese ad avere il minor tasso di disoccupazione giovanile Ue ad aprile (7,5%): i primi della classe davanti ad Austria (8%) e Olanda (10,6%).

 Documenti e contributi
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Think Tank Glocus
Professioni e lavoro nel 21° secolo (pdf)
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http://www.glocus.it/wp-content/uploads/2013/06/Paper_Professioni_e_formazione_nel_XXI_secolo_Definitivo_con-logo.pdf

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Ministero lavoro e Politiche Sociali
Dichiarazione di intenti sull’apprendimento duale (pdf)
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http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/97EDFCCA-D460-41DC-8F34-56D3429A021F/0/Memorandum_intesa.pdf

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Come funziona l'apprendistato in Europa
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http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-03/come-funziona-apprendistato-europa-105420.shtml?uuid=AbkFfmAI

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