Valutazione docenti: è questo che i sindacati non vogliono ?


Il Comitato di valutazione al centro della resistenza attiva dei sindacati
da Tuttoscuola.com – 16 settembre 2015
Sembra proprio che uno dei principali oggetti della mobilitazione contro la riforma sia il comitato di valutazione, contro il quale sono già state proposte iniziative di resistenza alla procedura di costituzione (con qualche fuga in avanti di singole sigle sindacali).
In linea generale sembra che la parola d’ordine sia quella di rinviare l’elezione dei docenti membri del Comitato, nel tentativo di preparare la categoria ad una dilazione per trovare la via per svuotare o condizionare l’azione valutativa.
Si direbbe proprio che l’idea della premialità non sia gradita ai sindacati, che si fanno forti di una posizione abbastanza diffusa nella maggioranza dei docenti contrari alla meritocrazia.
Ma prima o poi i dirigenti scolastici dovranno procedere a porre all’ordine del giorno del collegio l’elezione dei due docenti; allo stesso modo dovranno farlo anche i consigli d’istituto per scegliere il terzo docente e i due genitori (un genitore e uno studente nelle superiori).
Forse il Miur farà bene a fornire spiegazioni e indicazioni per favorire la costituzione del Comitato, per il quale, a differenza di quanto avvenuto in passato per gli organi collegiali tradizionali, le modalità di scelta dei suoi membri sono del tutto nuove.
Non sono previste liste contrapposte, non sono previste formalizzazioni di candidature.
La legge ha spazzato via il vecchio Comitato, cosicché il nuovo non è più un organo perfetto che non può deliberare se non in presenza di tutti i suoi componenti, comprese eventuali supplenti.
Forse è per questo che il sindacato ne propone il condizionamento di costituzione e di pronuncia attraverso delibere e veti di altri organismi (collegio docenti ed RSU)?
Non invidiamo la posizione dei dirigenti scolastici non tanto nella fase finale di assegnazione dei bonus, quanto nella preparazione e gestione del Comitato.

Scuola, i sindacati resistono ai 500 euro
Proteste e trattative Mobilitazione nazionale per il 24 ottobre. Pochi giorni dopo il governo pagherà il bonus
da Il Fatto Quotidiano – 16 settembre 2015
Qualche giorno prima della busta paga con cui i docenti riceveranno 500 euro di contributo all'autoformazione, i sindacati li chiameranno a manifestare. È stata indetta, infatti, per il 24 ottobre la giornata di mobilitazione nazionale, con manifestazioni regionali di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, le sigle che avevano indetto lo sciopero riuscitissimo dello scorso anno. Sivedrà se saranno più forti i motivi della protesta o la "carotina" dei 500 euro corrisposti in un colpo solo e senza necessità di rendicontazione. La ministra Stefania Giannini, infatti, ha detto che gli insegnanti vedranno, "forse già dalla busta paga di ottobre" quel bonus previsto dalla legge di riforma della scuola sotto forma di una "card". La carta ci sarà ma solo a partire dal 2016, una modalità che, secondo il sindacato Gilda, "ricorda la lex frumentaria in vigore nell'antica Roma, che stabiliva la distribuzione di frumento a basso prezzo". Insomma, una regalìa.
I SINDACATI lanciano la mobilitazione per "correggere le tante criticità della legge" e i particolare per ottenere un "contratto innovativo".
"Non puntiamo a tutti i costi a un autunno caldo", scrivono unitariamente le cinque sindacali, "ci auguriamo, invece, che il governo apra un confronto serio per risparmiare alle scuole gli aspetti più deleteri della legge 107". Il primo appuntamento è per il 15 ottobre a Roma e coinvolgerà i dirigenti scolastici. Il 22 ottobre si svolgerà, invece, sempre a Roma, l'iniziativa centrata sulle problematiche del personale Ata, gli assistenti tecnici e amministrativi. Il 24 ottobre è infine prevista una giornata di mobilitazione nazionale che si articolerà in iniziative promosse a livello regionale". L'approccio sindacale non sembra particolarmente aggressivo anche se le posizioni di critica sono spesso molto nette nei contenuti.
È LA CISL, per esempio, a redigere un lungo documento in cui ricorda al governo che le tre principali promesse 150 mila assunzioni, svuotamento delle Gae (graduatorie a esaurimento) e fine della supplentite sono state ampiamente disattese. I numeri sulle assunzioni sono impietosi. "Delle 150 mila promesse a settembre 2014 scrive la Cisl Scuola ne sono state fatte finora 37.200 e si arriverà, alla fine, a farne 79.400 (quelle fatte più le 42.200 domande residue per la fase C, ndr.). "Il 53% rispetto alla prima promessa, il 78% rispetto alla seconda". Lo scarto tra gli annunci e risultati, pur in presenza di numeri importanti, è "testimonianza della buona dose di pressappochismo con cui si è messo mano al piano". La scuola si reggerà ancora sui supplenti il cui numero è previsto in circa 80 mila mentre l'agognato svuotamento delle Gae re sta indefinito visto che nelle classi di concorso esistenti, resteranno ancora quasi 70 mila docenti. "Meno presunzione e più disponibilità al confronto avrebbero prodotto scelte più utili e realmente rispondenti alle esigenze di funzionalità delle nostre scuole" è la sintesi offerta dalla Cisl. 

 
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