Paritarie: la Cassazione impone pagamento Ici alle scuole


Nella speranza di poter finalmente leggere, prima o poi, il testo della sentenza della Corte di Cassazione (sperando che, in nome della trasparenza, la stessa permetta anche a Google di poterla trovare…), assieme alla notizia, riprendiamo le principali reazioni. Per un commento su quanto apparso sui quotidiani si veda su Formiche.

 

Cassazione: le scuole religiose paritarie non sono esenti dal pagare l’Ici

La Tecnica della Scuola  -  Alessandro Giuliani   -  Venerdì, 24 Luglio 2015

Le scuole religiose devono pagare l’Ici. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione, che ha riconosciuto legittima la richiesta avanzata nel 2010 dal Comune di Livorno.  Il contenzioso che vede contrapposti il Comune ed alcuni istituti scolastici paritari, è sorto nel 2010 a seguito della notifica da parte dell'ufficio Tributi di avvisi di accertamento per omessa dichiarazione e omesso pagamento dell'Ici, per gli anni dal 2004 al 2009.  "Come spiega l'ufficio Tributi - si legge in una nota dell'ufficio stampa del Comune toscano - è da sottolineare che questo genere di pronunciamento da parte della Corte di Cassazione è il primo in Italia sul tema specifico".

"Con le sentenze 14225 e 14226 depositate l'8 luglio - prosegue la nota del Comune - la suprema Corte ha di fatto ribaltato quanto stabilito nei primi due gradi di giudizio, sentenziando che, poiché gli utenti della scuola paritaria pagano un corrispettivo per la frequenza, tale attività è di carattere commerciale, 'senza che a ciò osti la gestione in perdita'. In proposito il giudice di legittimità ha precisato che, ai fini in esame, è giuridicamente irrilevante lo scopo di lucro, risultando sufficiente l'idoneità tendenziale dei ricavi a perseguire il pareggio di bilancio. E cioè, il conseguimento di ricavi è di per sé indice sufficiente del carattere commerciale dell'attività svolta".
"In particolare - chiarisce ancora il comunicato del Comune - gli importi relativi alle scuole 'Santo Spirito' ed 'Immacolata' sono pari a 422.178 euro. Si ricorda che anche la Commissione Provinciale Tributaria di Livorno aveva stabilito che l'Ici fosse dovuta, respingendo i ricorsi degli istituti. A questo punto, a seguito delle sentenze, si provvederà a notificare anche gli importi dovuti per le annualità 2010 e 2011, imponibili a fine Ici. Queste sentenze - conclude la nota - assumono, tra l'altro, rilievo ai fini dell'interpretazione delle disposizioni in materia di Imu, relativamente all'imposizione fiscale dall'anno 2012".

La sentenza sta provocando reazioni diversificate. Tra i contrariati, vi sono anche componenti del Governo Renzi. Tra cui il sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi, secondo cui "se le scuole paritarie devono pagare l'Imu, molte aumenteranno le rette o chiuderanno. Lo Stato di conseguenza dovrà trovare nuove risorse per costruire nuove scuole e gestirle e la parità scolastica non solo sarà minima nel nostro Paese, ma proprio scomparirà".

"Rispetto le sentenze - dice Toccafondi - ma questo non vuol dire che, conoscendo la situazione dei conti di queste scuole, non si arrivi a delle conclusioni che mi paiono logiche".

"L'Imu le scuole pubbliche statali non la pagano ed è giusto che lo stesso valga anche per le scuole pubbliche non statali. Tutte e due fanno un servizio di pubblica utilità. Le paritarie chiedono una retta per coprire i costi dei contratti degli insegnanti e per le utenze, l'Imu come ho sempre sostenuto è giusto che sia pagata dalle scuole che hanno rette alte e che fanno utili, ma cosa diversa è per la stragrande maggioranza di queste realtà, che a mala pena riesce ad arrivare al pareggio di bilancio, che cercano di fare miracoli per avere rette minime, che vengono incontro alle famiglie che si trovano in difficoltà e che non discriminano nessuno. Queste sono scuole vere, controllate, che svolgono un servizio pubblico rivolto a tutti, far pagare migliaia di euro di Imu rischia veramente di far collassare un sistema che collabora con i comuni e con lo stato per l'istruzione e l'educazione dei nostri ragazzi", conclude il sottosegretario.

 

Il sottosegretario Faraone: non mortificare le scuole paritarie

Ansa 26 luglio 2015

Il sottosegretario Faraone chiede di riflettere sulla sentenza che costringe paritarie a pagare le tasse

"Dobbiamo avviare una riflessione seria su come non mortificare il ruolo che le scuole paritarie svolgono nel nostro sistema d'istruzione".  "Non possiamo fare di tutta l'erba un fascio. Distinguiamo tra le scuole che offrono un servizio pubblico e quelle che hanno scopo di lucro e mettiamo le prime in condizione di operare. Dobbiamo farlo nell'interesse degli studenti". Lo dichiara il Sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone.

"Le sentenze vanno rispettate ma agiremo con lo stesso spirito che ci ha mosso nella 'Buona Scuola' dove abbiamo inserito, da una parte, delle agevolazioni per le famiglie dei ragazzi che frequentano le paritarie, dall'altra abbiamo inasprito misure di controllo per contrastare ed eliminare il malcostume dei diplomifici - assicura Faraone-. Non dobbiamo dimenticare che, soprattutto nel caso della scuola dell'infanzia, le paritarie sono fondamentali per sopperire alle carenze del sistema pubblico. Sicuramente una riflessione più approfondita serve, anche nel caso di istituti superiori". "La legge di parità - conclude il sottosegretario - è una legge che garantisce tutti perché stabilisce regole chiare per chi vuole essere definito 'pubblico'. Dobbiamo fare in modo che tutte le scuole che svolgono un servizio pubblico nel rispetto della legge vengano trattate allo stesso modo".

 

ICI PARITARIE: IL GOVERNO AVVIA UN CHIARIMENTO

Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti: "Apriremo un tavolo di confronto"

Mons. Galatino: una scelta pericolosa

Ansa 26 luglio 2015

Il governo avvierà un “tavolo di confronto” per arrivare “a un definitivo chiarimento normativo” sulla questione dell’Imu da far pagare alle scuole paritarie cattoliche alla luce della sentenza della Cassazione emessa su ricorso del Comune di Livorno. Lo annuncia il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti. Sul tema interviene anche il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. “Non possiamo fare di tutta l’erba un fascio. Distinguiamo tra le scuole che offrono un servizio pubblico e quelle che hanno scopo di lucro e mettiamo le prime in condizione di operare”.

A proposito mons. Galantino interpellato dall’Adnkronos aveva manifestato la sua preoccupazione: “Siamo davanti a una scelta pericolosa. Chi prende decisioni, lo faccia con meno ideologia. Perché ho la netta sensazione che con questo modo di pensare, si aspetti l’applauso di qualche parte ideologizzata. Il fatto è che non ci si sta rendendo conto del servizio che svolgono le scuole pubbliche paritarie”.

La chiusura di questi istituti, spiega ancora il segretario generale della Cei, “vuol dire limitare la libertà”. “Smettiamola di pensare che sia la Chiesa cattolica ad affamare l’Italia – tuona Galantino – La scelgono 1 milione e 300 mila studenti e lo Stato risparmia. Bisogna anche sapere che a fronte dei 520 milioni che ricevono le scuole paritarie, lo Stato risparmia 6 miliardi e mezzo. Attenzione, dunque, a non farsi mettere il prosciutto sugli occhi dall’ideologia”.

 

 

 

 

 

 

 
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