Dir. 68 03.08.07: Indicazioni per il curricolo


 

 

Ministero della Pubblica Istruzione
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici

INDICAZIONI PER IL CURRICOLO


DIRETTIVA 3 agosto 2007 n. 68
– RAPPORTO DI ATTIVITA’


La direttiva n. 68 del 3 agosto 2007 ha dato avvio alle misure di accompagnamento e di sostegno alla prima attuazione delle Indicazioni per il curricolo. Le iniziative da realizzare nel periodo settembre-dicembre 2007 avevano l’obiettivo di diffondere nel modo più ampio possibile il testo delle Indicazioni per il curricolo, di adoperarsi perché tutti gli insegnanti ne ricevessero copia, di attivare idonei interventi di prima informazione, analisi, comprensione delle Indicazioni stesse coinvolgendo in questa azione la scuola, le famiglie, il territorio. Non è possibile, infatti, avviare un processo di innovazione quale quello auspicato nelle Indicazioni, se non se ne conoscono e condividono i principi ispiratori, i criteri di fondo, l’impostazione innovativa dei contenuti disciplinari e delle metodologie.

Tutta questa operazione non poteva non richiedere l’apporto deciso e convinto dell’amministrazione scolastica nelle sue articolazioni centrali e periferiche, in un’ottica di costruzione di un quadro unitario e sinergico pur nel rispetto e nella valorizzazione della creatività e delle sensibilità delle singole autonomie territoriali.
In questo senso la Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici, in collaborazione con l’apposito gruppo di coordinamento nazionale, ha monitorato in itinere l’attuazione della direttiva ed è, pertanto, in grado di fornire un rapporto sullo stato dell’arte.
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1 I dati e le considerazioni presenti nel rapporto sono ricavati dalle relazioni che le Direzioni regionali hanno trasmesso alla Direzione Ordinamenti a seguito di puntuale richiesta dell’11-12-2007.
Le informazioni sono state estrapolate anche dai siti degli uffici scolastici regionali e dal sito dell’Agenzia nazionale.
La lettura della documentazione a disposizione è stata effettuata secondo i seguenti indicatori: organizzazione complessiva, ruolo dei dirigenti scolastici, costituzione e composizione del gruppo di coordinamento regionale e dei nuclei provinciali, iniziative intraprese per una prima informazione alle scuole, primo monitoraggio, questioni aperte, bisogni formativi, proposte.






Informazioni di carattere generale

Come previsto nella citata direttiva 68/2007 è stato costituito il gruppo di coordinamento nazionale.
Il gruppo si è riunito numerose volte per monitorare l’andamento delle iniziative, sostenere gli uffici scolastici regionali, programmare di volta in volta le azioni ritenute necessarie ai fini dell’implementazione della conoscenza delle Indicazioni.
Numerosi sono stati gli incontri realizzati per promuovere azioni di collaborazione con le associazioni professionali e disciplinari, con le associazioni dei genitori e con l’ufficio-scuola della CEI.

E’ stato realizzato, nei giorni 18-19-20 settembre u.s. il corso residenziale riservato a tutti i dirigenti tecnici del settore. Il 25-26 ottobre u.s.è stato poi organizzato, a cura dell’Agenzia nazionale, un altro seminario per la formazione dei “comunicatori”, ovvero di 150 tra ricercatori ex Irre e delegati regionali a cui affidare il compito di presentare le Indicazioni secondo parametri e criteri coerenti con il testo delle Indicazioni. Allo scopo l’Agenzia ha prodotto materiale informativo (video e slide) che in occasione del seminario è stato condiviso e acquisito dai partecipanti.

Sono stati predisposti a cura dell’Agenzia un piano di formazione e a cura dell’Invalsi un progetto di monitoraggio sull’impatto che le Indicazioni hanno avuto sugli insegnanti.

Sul portale del Ministero, così come sul sito dell’Agenzia nazionale, è stata realizzata l’area dedicata alle Indicazioni. Sono in cantiere i previsti numeri degli Annali.

Riguardo alle misure da attuare a livello regionale si può affermare che tutti gli Uffici scolastici regionali hanno elaborato il proprio piano di intervento in ottemperanza alla direttiva 68, coinvolgendo in prima persona i dirigenti tecnici del settore e in diversi casi i nuclei ex-Irre.
Le azioni messe in campo nel mese di settembre hanno riguardato la distribuzione a tutte le scuole del testo delle Indicazioni, accompagnata con una nota informativa da parte dei Direttori generali. In contemporanea sono state previste le conferenze di servizio su base provinciale per i dirigenti scolastici. Nel corso di queste conferenze di servizio sono state concordate le modalità di diffusione e di sensibilizzazione delle scuole alla lettura e ad una prima riflessione sulle indicazioni stesse. La partecipazione alle conferenze di servizio è stata massiccia. In alcuni casi, allo scopo di raggiungere la totalità dei dirigenti, si è provveduto a organizzare conferenze suppletive (Campania). In Emilia Romagna, prima delle conferenze di servizio, è stata realizzata una videoconferenza regionale cui si stima abbiano partecipato circa 600 tra dirigenti scolastici e figure di staff di scuola.
I dirigenti scolastici, su indicazione ricevuta nelle conferenze di servizio, hanno organizzato collegi docenti dedicati alla presentazione delle Indicazioni. Laddove è stata richiesta, c’è stata la partecipazione dei dirigenti tecnici (Liguria). In qualche caso la presentazione ha coinvolto anche i genitori (Basilicata).
Nella regione Marche, le conferenze provinciali hanno interessato sia i dirigenti scolastici sia i docenti individuati nei collegi, in rappresentanza degli ordini di scuola presenti negli Istituti (800 tra dirigenti e docenti). Per la realizzazione delle conferenze provinciali è stato individuato un “materiale preparatorio” distribuito anticipatamente e sagomato in modo da indirizzare il dibattito e il confronto.

Ciascun USR ha provveduto a costituire il gruppo di coordinamento regionale e i nuclei provinciali di supporto alle Indicazioni.
I gruppi di coordinamento regionali variano nel numero e nella composizione. In particolare si registra il coinvolgimento di ricercatori ex-Irre; si evidenzia una più alta presenza di dirigenti (amministrativi, tecnici e scolastici) e di personale comandato. In alcuni casi, il gruppo regionale è articolato secondo aree tematiche che vanno dall’informazione e documentazione, all’ascolto e monitoraggio, alla ricerca e innovazione, alla formazione in servizio e sviluppo professionale (Emilia Romagna); per funzioni, con un gruppo di elaborazione progettuale, un gruppo di coordinamento formativo e un gruppo di coordinamento operativo (Veneto).
Riguardo alla configurazione, i nuclei provinciali si caratterizzano per la maggiore presenza dei docenti, individuati tra quelli impegnati nei processi di innovazione.
In un’ottica di coinvolgimento sempre più ampio e di dialogo allargato e integrato per sostenere la riforma, si sottolinea la presenza di coordinatori di scuole paritarie (Toscana, Veneto, Liguria), di docenti universitari (Friuli, Puglia, Toscana), di delegati di associazioni (Puglia, Sicilia), di rappresentanti del territorio (Sardegna).
I gruppi di coordinamento e i nuclei provinciali hanno svolto e svolgono incontri per condividere scelte e programmare interventi e, in qualche caso, si sono già attivati per offrire alle scuole servizi di consulenza, di ascolto, di raccolta di domande e proposte (Campania, Liguria, Toscana, Sardegna). In Campania dal 5 dicembre 2007 sono attivi, a cura dei nuclei provinciali di supporto, n. 7 servizi permanenti di ascolto e consulenza alle istituzioni scolastiche, funzionanti a livello provinciale c/o gli UU.SS.PP. e a livello interdistrettuale c/o scuole polo.


Iniziative intraprese dagli Uffici scolastici regionali

Gli Uffici scolastici regionali hanno avviato autonomamente diverse iniziative.
Sono state organizzate giornate seminariali per i dirigenti scolastici delle scuole statali e paritarie (Abruzzo, Basilicata, Campania) anche con la partecipazione di membri della Commissione (Veneto, Toscana); incontri su base provinciale per dirigenti scolastici (206 partecipanti) e docenti (oltre 300 partecipanti) in rappresentanza delle scuole della regione (Sardegna); 10 convegni provinciali volti all’approfondimento della conoscenza delle Indicazioni, alla costituzione di gruppi di ricerca-azione e alla individuazione di docenti referenti delle singole scuole (Sicilia).
Sono state organizzate giornate di studio per i dirigenti tecnici e per i membri dei nuclei regionali e provinciali di supporto alle Indicazioni (Campania, Liguria, Veneto, Puglia), incontri informativi con le associazioni dei genitori e le associazioni disciplinari (Piemonte).

Sono stati realizzati seminari regionali di analisi e studio delle indicazioni (Basilicata, Lazio, Calabria, Liguria, Lombardia [1000 persone], Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto, Sardegna[400 persone], Sicilia[3 convegni oltre 1000 persone], Emilia Romagna. I seminari svolti in Emilia Romagna [1 seminario regionale ” Se la scuola fa ricerca” e 16 seminari territoriali di approfondimento “ Case dei saperi”, con oltre 1600 partecipanti] hanno, tra l’altro, avuto l’obiettivo di valorizzare l’esperienza di ricerca realizzata in precedenza e di creare un ponte di raccordo tra le precedenti e le nuove Indicazioni.
Nelle Marche sono stati realizzati seminari interprovinciali sui temi “Ricominciamo dalla scuola per l’infanzia” e “La matematica è solo questione di numeri?”.
Sono state organizzate iniziative in collaborazione di associazioni professionali (Sardegna, Sicilia); in collaborazione con le case editrici (Piemonte); convegni territoriali in collaborazione con Enti locali (Sicilia[Petralia Sottana 250 persone; Palazzolo Acreide -200 persone]).

Il materiale informativo – slide e video - realizzato dall’Agenzia e presentato ai referenti regionali nel corso del seminario nazionale del 25-26 ottobre – è stato trasmesso alle scuole (Toscana, Marche), pubblicato sul sito regionale (Lombardia); presentato ai rappresentanti di tutte le scuole in una giornata di approfondimento (Liguria).
Sui siti regionali – così come sul portale del Ministero - è stato ritagliato uno spazio dedicato alle Indicazioni (Lombardia, Calabria, Emilia Romagna, Piemonte, Umbria, Sicilia, Emilia Romagna, Marche).In Piemonte è stata realizzata una piattaforma collaborativa web alla quale possono accedere le scuole, i componenti del gruppo di coordinamento e dei nuclei provinciali.
C’è stata la presentazione delle Indicazioni nel corso di programmi radiofonici trasmessi da radio locali (Sicilia).

Sono state costituite o riorientate reti di scuole per progetti di ricerca-azione (in Piemonte; in Basilicata, in Emilia Romagna; 25 reti in Abruzzo per progetti di ricerca sull’area antropologica in collaborazione con l’Università di Chieti; 26 nel Lazio; 11 in Umbria; in Sardegna gruppi di studio per gradi di scuola, per tematiche trasversali; 60 in Sicilia; in Toscana è stato distribuito a tutte le scuole il testo del prof. F. Cambi “ Ricerca-azione, materiali di riflessione”. In Piemonte le reti di scuole hanno realizzato incontri con esperti sui temi del curricolo e l’ufficio dispone di un primo report sullo stato di avanzamento del progetto.
Nella regione Puglia, i 40 Centri di risorse territoriali per la formazione, fungendo da nodi di una rete di servizio per le scuole appartenenti ai rispettivi territori, in collaborazione con i nuclei provinciali, hanno progettato e realizzato 120 corsi di formazione per approfondimenti nelle aree disciplinari delle Indicazioni, destinati a 3 docenti per ciascuna scuola in rete (oltre 1000 docenti).

E’ stato avviato un primo monitoraggio per rilevare l’impatto delle Indicazioni sulle scuole attraverso schede e questionari da compilare (Abruzzo, Liguria, Puglia, Molise, Lazio, Lombardia, Toscana, Sardegna, Piemonte, Veneto) e attraverso un sondaggio telefonico su un campione di scuole (Emilia Romagna). In alcuni casi è stato predisposto un sistema permanente di monitoraggio on-line (Emilia Romagna).
Sono stati raccolti, tabulati i dati e rilevate questioni aperte e domande formative (Molise, Puglia, Liguria, Lombardia, Sardegna, Marche). Si segnala un sostanziale coinvolgimento dei collegi dei docenti nell’analisi del testo delle Indicazioni, nella ricerca di elementi di continuità con le precedenti Indicazioni e nell’approvazione delle peculiarità introdotte dal nuovo testo, ritenute più funzionali ai risultati di apprendimento attesi (Puglia).

Sono stati prodotti strumenti di analisi e di informazione: scheda di registrazione per servizio ascolto e consulenza (Campania, Piemonte); slide e dispense per l’informazione dei genitori (Lombardia); modello di convenzione per la costituzione di reti di scuole; un Cd che contiene materiale informativo/formativo sui “nuclei chiave” delle Indicazioni (Piemonte). Sono stati rafforzati rapporti di collaborazione con le associazioni professionali, disciplinari, sindacali, culturali e con gli Enti locali (Toscana, Sardegna, Sicilia, Puglia).

Infine si sottolinea che tutti gli Uffici scolastici regionali si sono dichiarati disponibili e stanno programmando, in stretto contatto con il gruppo di coordinamento nazionale, i seminari nazionali secondo lo schema allegato (all. 1).
In Sardegna, il 13 dicembre scorso, è stato realizzato il seminario sulla tecnologia (500 persone). Il seminario ha riscosso notevole successo per la presenza di relatori di fama nazionale e internazionale (oltre al prof. Ceruti, erano presenti i prof.Edoardo Boncinelli, Derrick de Kerckhove, Ernesto Hofmann, Roberto Maragliano, Silvano Tagliagambe). Sul sito dedicato dell’Agenzia nazionale si legge una relazione di sintesi del seminario e si segnala la modalità per accedere alla documentazione degli interventi.
Sono in fase avanzata di programmazione i seminari nazionali che si svolgeranno a partire da marzo 2008, in Piemonte (storia), in Veneto (matematica), in Toscana (italiano), in Campania (scienze), in Emilia Romagna (musica).


Aspetti organizzativi e funzionali

Appaiono interessanti le modalità organizzative dei seminari regionali che si sono svolti in Liguria e in Lombardia.
In Liguria è stata effettuata preventivamente - attraverso schede inviate alle scuole - una rilevazione dei bisogni formativi e delle domande. Sulla base delle questioni emerse il prof. Fiorin, chiamato in qualità di relatore del seminario, ha organizzato il proprio intervento.
In Lombardia la rilevazione dei bisogni, dei quesiti e delle proposte è avvenuta all’atto dell’iscrizione al seminario, in un apposto spazio web dedicato. Le proposte sono state raccolte, suddivise per tematiche e consegnate, in anticipo, ai relatori (prof. Ceruti e prof. Fiorin), in modo tale che gli interventi potessero rispondere a quanto rilevato.

Nella relazione della Toscana si sottolinea il clima collaborativo dei dirigenti scolastici e dei coordinatori delle scuole paritarie.

Nella relazione della Campania si riscontra la condivisione dell’approccio metodologico del cantiere biennale; l’apprezzamento della cornice culturale, della unitarietà del percorso scolastico, la continuità con esperienze precedenti, l’essenzialità del testo.

Nella relazione della Sardegna si richiama la necessità della formazione come snodo strategico di un processo di innovazione. In questo senso si pone in discussione il criterio di non obbligatorietà della formazione in servizio.

Nella relazione della Sicilia si rileva una mobilitazione generale con un forte coinvolgimento del territorio(Associazioni, Enti locali), un’attenzione privilegiata al tema della cittadinanza.
Interessante la modalità di coinvolgimento dei docenti adottata. “Io c’ero…”: con questo messaggio sono state aperte le iscrizioni alle iniziative e alla partecipazione ai gruppi di lavoro.
Si coglie, inoltre, una particolare attenzione alla circolarità dell’informazione (dibattito su radio locali, spazio dedicato[www.spazio22.eu].

Nella relazione dell’Emilia Romagna si osserva l’esigenza di valorizzare le esperienze di innovazione espresse dalla scuola in questi anni, di garantire spazi di ricerca e di pluralismo di proposta culturale, di coinvolgere una pluralità di soggetti (Associazioni, Università, Enti locali, scuole e reti di scuole, organismi culturali).In questa prospettiva sono già state realizzate alcune significative iniziative: contatti con le rappresentanze delle Università e associative; produzione di un numero monografico di “Innovazione Educativa” sulle Indicazioni per il curricolo (ottobre 2007); incontri, dal titolo “Il dialogo dei saperi”, organizzati congiuntamente con l’ex IRRE, con l’Università di Bologna per l’approfondimento di nodi critici legati alle Indicazioni; sostegno ad iniziative di dibattito sulle Indicazioni promosse dalle associazioni più rappresentative del territorio regionale; seminari o convegni su temi collegabili alle Indicazioni per il curricolo, promossi autonomamente da Enti locali, scuole, gruppi di docenti.

Nella relazione della Basilicata si pone in risalto che una parte significativa delle istituzioni scolastiche ha provveduto alla elaborazione del piano dell’offerta formativa avendo come riferimento le Indicazioni e promuovendo una programmazione didattica per competenze.

Nella relazione della Puglia si sottolineano quali aspetti caratterizzanti le Indicazioni: lo sfondo culturale-pedagogico unitario per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado nonché la sollecitazione alla continuità verticale e orizzontale; il focus acceso sull’unitarietà del sapere; il richiamo alla valenza formativa delle discipline; le indicazioni metodologiche della didattica laboratoriale e dell’apprendimento cooperativo; la responsabilità della scuola nella costruzione del curricolo; la spinta a progettare per competenze.


Questioni aperte e priorità formative

Dalla lettura delle relazioni degli uffici scolastici regionali, si inferiscono, quando non si espongono esplicitamente, questioni aperte, punti da chiarire, priorità formative.

dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della LIGURIA
- Chiarificazione dei concetti di conoscenza, competenza, capacità.
- La questione della valutazione e certificazione competenze.
- Curricolo e personalizzazione- quale possibile conciliazione.
- Come si costruisce un curricolo – Come evitare il “fai da te”.
- La costruzione di un curricolo verticale.
- Continuità/discontinuità tra Indicazioni e linee guida sull’elevamento dell’obbligo.
- Integrazione stranieri, disabilità, difficoltà di apprendimento:questioni deboli nelle Indicazioni.
- Quadro ordinamentale e autonomia.
- Ambiente di apprendimento e riferimento al nuovo umanesimo, alla multiculturalità e all’integrazione degli alunni con disabilità.
- Necessità di una formazione epistemologico/disciplinare per un nuovo modo di affrontare le discipline.
- Richiesta di formazione in presenza piuttosto che formazione on line.
- Esigenza di formazione dei componenti dei nuclei provinciali di supporto.

dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della LOMBARDIA
- Chiarificazione del concetto di “Indicazioni per il curricolo”.
- Rapporto tra finalità, traguardi, obiettivi di apprendimento (Indicazioni) e obiettivi generali, obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze alunni (DPR 275).
- Continuità/discontinuità delle riforme dall’80 in poi.
- Obiettivi specifici di apprendimento e piani personalizzati: quale possibile conciliazione con le nuove Indicazioni.
- Quadro ordinamentale vigente e congruenza/incongruenza con le Indicazioni. Definizione del nuovo assetto organizzativo.
- Formazione sulla didattica per competenze.
- Rapporto tra curricolo di scuola e obbligo di certificazione delle competenze.
- Rapporto Indicazioni e obbligo. Rapporto discipline, aree disciplinari, assi culturali. Quale differenza tra “traguardi”(I ciclo) e competenze (obbligo).
- Livello di prescrittività delle Indicazioni e precisazioni sulla opzionalità.
- Come si costruisce il curricolo.
- Esigenza di formazione su competenze relazionali e comunicative.
- Contraddizione tra l’indicazione di lavorare per connessioni, per aree e la centratura disciplinare.
- Valutazione e prove Invalsi (in particolare per l’esame al termine del I ciclo).

dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della CAMPANIA
- Urgenza di rimotivare i docenti e i dirigenti scolastici verso una nuova riforma.
- Problematicità della costruzione dei curricoli in verticale.
- Opacità della questione valutazione.
- Necessità di pratiche assistite per lo sviluppo professionale.

dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale del MOLISE

- Bisogni formativi in ordine di priorità: costruzione curricolo in verticale, valutazione e strumenti, scelte metodologiche e organizzative, didattica disciplinare e interdisciplinare, cornice valoriale.
- Strategie per una formazione efficace: prioritariamente laboratori di ricerca–azione, formazione in presenza, poi stage formativi, consulenza, formazione on.line, reti insegnanti, collaborazione con le università.
- Esigenza di formazione su tutte le discipline, in particolare quelle dell’area scientifica, e sulla progettazione e valutazione.

dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della TOSCANA
- Esigenza di formare i docenti tutor di sostegno alle Indicazioni (400/500 docenti, in 20/25 corsi).
- Legami con le politiche europee di formazione.
- Collegialità della progettazione curricolare.
- Unitarietà e verticalità del curricolo.
- Autoanalisi e autovalutazione di istituto.
- Didattica laboratoriale.
- Rilettura delle pratiche innovative attivate nelle scuole alla luce delle nuove Indicazioni.
- Definizione di standard di competenza. valutazione e certificazione competenze

dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della SARDEGNA
- Costruzione del curricolo.
- Ambiente di apprendimento.
- Comunità professionale.
- Curricolo unitario per l’attuazione dell’obbligo.

dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della SICILIA

- Idea di curricolo.
- Ambiente di apprendimento.
- Cittadinanza attiva.
- Rapporto scuola/Enti locali/genitori.

dalla relazione dell’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna
- Individuazione dei nodi critici dei nuovi curricoli disciplinari (in un’ottica di verticalità), anche attraverso un rapporto di ascolto interattivo con le scuole impegnate nell’innovazione.
- Elementi relativi alla valutazione formativa in una prospettiva orientata alla descrizione delle competenze attese, alla progettazione dei percorsi, alla certificabilità dei risultati.
- Prime esemplificazioni didattiche attraverso il recupero delle migliori esperienze.
- predisposizione di modelli formativi, in relazione alla formazione di formatori-tutor.
- l’elaborazione del curricolo di scuola.
- L’ambiente di apprendimento e la costruzione della classe.
- Gli standard di apprendimento.
- La relazione e la cura educativa.
- Il curricolo verticale e la continuità educativa.
- Il raccordo scuola sec. di I grado e biennio alla luce dell’estensione dell’obbligo.
- La valutazione e la certificazione delle competenze.
- La didattica laboratoriale.
- L’educazione alla cittadinanza.

dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della Puglia
La valutazione che, in assenza di standard di riferimento, rimane tutta delegata alla responsabilità delle scuole.
La certificazione delle competenze.
La didattica laboratoriale.
L’apprendimento cooperativo.
La costruzione dei curricoli, soprattutto attraverso una più significativa collaborazione e integrazione con le scuole di grado diverso e con il contesto territoriale.
L’ampia flessibilità organizzativa e metodologico-didattica che presuppone modifiche ordinamentali.
L’affiancamento della sperimentazione con tecniche di autovalutazione e con microseminari di formazione mirati ai bisogni formativi di volta in volta emergenti.

dalla relazione dell’ufficio scolastico regionale delle Marche

Il quadro valoriale
Esplorare i nessi tra l’analisi di carattere sociologico-storico, di filosofia dell’educazione e di pedagogia, proposta nella premessa delle indicazioni (Cultura, scuola, persona), e il suo costituirsi come connettivo unificante nella prassi educativa e didattica.
In particolare emergono i temi de

La cittadinanza

Il rapporto tra educazione-formazione e ruolo delle famiglie,

Il rapporto tra lo sviluppo dell’approccio disciplinare e l’integrazione dei saperi nella dimensione di quello che viene indicato come “Nuovo Umanesimo”.

L’ambiente di apprendimento
Un tema che integra diversi e rilevanti aspetti:

Il setting di apprendimento in relazione alla dinamica dello sviluppo dei soggetti, ai diversi stili di apprendimento, alla dimensione individuale e collettiva dei percorsi

Il rapporto tra ambiente di apprendimento, curricolo implicito e sviluppo delle competenze come integrazione “personale” di conoscenze, abilità, esperienze, capacità, attitudini.

La progettazione dell’autonomia scolastica e il curricolo.
Con le seguenti articolazioni:

La metodologia e la strumentazione della progettazione curricolare in verticale.

L’integrazione tra personalizzazione e individualizzazione nelle realizzazioni curricolari.

I livelli essenziali di prestazione.

La valutazione.
Intesa nelle sue complesse articolazioni che emergono dalle indicazioni:

La prassi valutativa continua.

L’articolazione tra obiettivi di apprendimento e competenze.

L’articolazione tra i traguardi di competenza definiti nelle indicazioni e la declaratoria delle competenze di base assunta dal quadro europeo e fatta propria nelle indicazioni sull’obbligo scolastico decennale.

La documentazione dei percorsi e degli esiti (portfolio).

La didattica delle discipline.
Il tema va sviluppato in una parte generale che affronti

Lo sviluppo in continuità tra aree disciplinari e discipline;

i nessi e le connessioni tra discipline e le specificità formative di esse;

e in filoni specifici che esplorano ciascuna area disciplinare/disciplina.

Nuove tecnologie e impostazione curricolare.
In base alle articolazioni contenute nelle Indicazioni e in continuità con le esperienze già avviate

Sostenere la ricerca azione online con l’utilizzo di ambienti idonei agli alunni per la sperimentazione di itinerari curricolari.

Valutare i collegamenti trasversali tra l’area tecnologico-scientifica e le altre aree tematiche utilizzando il multimediale e la telematica come mediatori della conoscenza (integrazione dei saperi)finalizzati alla costruzione del “Nuovo Umanesimo”

Favorire esperienze di continuità curricolare supportata dai nuovi artefatti tecnologici (blog, wiki et al) coniugando l’attività di sperimentazione con la ricerca e la formazione dei docenti.

dall’ufficio scolastico regionale del Piemonte
Il quadro di riferimento europeo e internazionale in cui si collocano le Indicazioni.
I rapporti tra Indicazioni e DPR 275/99.
Che cosa si intende per curricolo e qual è la collocazione del curricolo all’interno degli adempimenti a cui la scuola è tenuta (quindi i rapporti con il POF, la valutazione degli alunni, la programmazione quotidiana delle attività).
L’esigenza di continuità tra i vari livelli scolastici e le modalità per realizzarla in modo coerente con lo sviluppo degli alunni alle diverse età..
I riferimenti a conoscenze, abilità e competenze e le modalità di declinazione operativa degli obiettivi di apprendimento e dei traguardi di sviluppo enunciati nelle Indicazioni.
La realizzazione di un’interdisciplinarità non artificiosa ma corrispondente alla complessità del sapere e della cultura e alle modalità di apprendimento degli alunni.


dall’ufficio scolastico regionale dell’Umbria
L’ambiente di apprendimento.
Chiavi di lettura e modelli interpretativi delle Indicazioni.
Programmazione curricolare e valutazione formativa.
Il valore formativo delle discipline: processi, competenze, connessioni.
Costruzione del curricolo verticale.
Scuola, territorio, ambiente.
Le discipline (lingua, matematica, scienze,…)
Metodologia e didattica.
Valutazione degli apprendimenti e certificazione delle competenze.


Risorse finanziarie

Con nota della Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici del 6 novembre 2007 sono state affidate agli uffici scolastici regionali le risorse finanziarie di cui all’allegata tabella (all.2). Le risorse sono state impegnate e ripartite per sostenere attività regionali, per la realizzazione del seminario nazionale affidato, per attività provinciali, e in parte distribuite direttamente alle scuole.


Conclusioni

Si coglie una forte richiesta di informazione, presenza, dibattito; si percepisce un vivo interesse per le idee innovative presenti nelle Indicazioni. Del testo, tra l’altro, si apprezzano l’essenzialità, la semplicità e la comprensibilità del linguaggio.

Si registra una mobilitazione puntuale degli organismi istituzionali, rispettosa dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Le iniziative appaiono ben orientate a motivare, a stimolare il coinvolgimento delle scuole. Ad un tempo emerge l’esigenza e la volontà di sostenere e supportare le scuole in questo cammino innovativo, attraverso la messa a disposizione di strumenti, di risorse professionali e finanziarie.

Si manifesta in modo chiaro e forte il bisogno di soluzioni coerenti con il testo delle Indicazioni sul piano ordinamentale.

Si richiede una puntualizzazione di termini quali traguardi, competenze, certificazione.. anche in rapporto alle linee guida dell’obbligo.

Si evidenzia come prioritaria la necessità di sviluppare maggiormente la questione “valutazione”, che appare appena accennata all’interno del testo delle Indicazioni.

 

 

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