La discontinuità come valore? Un trionfo della burocrazia


Fonte: Dirigenti news CISL Scuola. Articolo del 29 marzo 2023. Aggiornamento del Piano triennale per la Prevenzione della corruzione e della trasparenza 23/25

Nei giorni scorsi gli uffici scolastici regionali hanno avviato consultazioni pubbliche, coinvolgendo anche le Organizzazioni sindacali per l’aggiornamento del Piano triennale per la Prevenzione della corruzione e della trasparenza 23/25. Su diretto impulso del Ministero, che secondo indiscrezioni ha inviato una bozza di testo, i direttori degli uffici scolastici dovranno introdurre nei Piani la misura della rotazione ogni nove anni degli incarichi dei dirigenti scolastici.

Il Ministero intenderebbe in questo modo favorire l’omogeneità di comportamento dei direttori regionali. Il provvedimento sarebbe attuato già dal prossimo anno scolastico nonostante siano previsti anche il dimensionamento e la definizione nazionale dei criteri delle fasce delle istituzioni scolastiche. In tal modo i dirigenti che sono alla scadenza dei nove anni sarebbero obbligati a lasciare le loro sedi senza avere alcuna certezza circa la pesatura e la stabilità delle nuove scuole di destinazione, mancando sia il CIN sulla ripartizione delle risorse che i criteri di dimensionamento.

Il Ministero ritiene infatti che sia da ricondurre al confronto con i sindacati solo l’individuazione delle misure di cautela che potrebbero esonerare dalla rotazione (es pensionamento nel triennio successivo) o che dovrebbero costituire elementi di garanzia (es. tutele previste dalla legge 104/92, distanza chilometrica massima, situazioni familiari particolari, mantenimento dei livelli retributivi, ecc.).

A nostro parere rimangono confermate tutte le ragioni che ci hanno visto fortemente contrari all’applicazione anche alla scuola di provvedimenti che sono pensati per altre amministrazioni. Ci saremmo aspettati dal Ministero un intervento di natura normativa che riconoscesse la specialità delle istituzioni scolastiche, soprattutto considerando che nel quadro contrattuale e normativo attuale i direttori degli uffici scolastici regionali hanno ampia discrezionalità nel conferimento degli incarichi dirigenziali e quindi opportunità di intervenire laddove dovessero esserci segnalazioni di comportamenti non corretti. Peraltro la scuola è l’unica Pubblica amministrazione nella quale tutti i processi decisionali sono caratterizzati da forte collegialità e gli atti contabili sono sottoposti a firma congiunta con il Direttore dei servizi generali e amministrativi. Il controllo è inoltre assicurato in modo diretto e puntuale dai Revisori dei conti.

Dobbiamo amaramente constatare che in questo modo si consuma definitivamente la separazione tra attività amministrativa del dirigente scolastico e leadership educativa, a tutto svantaggio della seconda. Non si comprende infatti come mai il Ministero ritiene che sia un valore la continuità didattica se si parla di docenti mentre diviene un pregio interrompere la continuità del progetto formativo dell’istituto se gli interlocutori sono i dirigenti scolastici, tanto più in una fase in cui si dovrebbero attuare pure i progetti del PNRR.

L’aspetto più inquietante è che viene definitivamente demolita un’idea di scuola che ha attraversato tutto il nostro sviluppo democratico e che è stata profondamente minata dall’inserimento delle istituzioni scolastiche nell’art. 1 c. 2 del dlgs 165/2001. Questo ha avuto un impatto profondo sulle istituzioni formative, che nel nostro sistema sono state progressivamente assimilate più a entità burocratiche che ad agenzie essenziali per la formazione del cittadino.

Nella riunione di oggi pomeriggio sosterremo le ragioni dei dirigenti scolastici e la necessità di una diversa considerazione del loro lavoro e dell’intensità delle relazioni con la comunità scolastica. Informeremo tempestivamente tutti i nostri iscritti circa l’esito dell’incontro. 
 
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