Milano,
11 dicembre 2015
Al Signor Presidente della Repubblica Italiana
Sergio
Mattarella
Palazzo del Quirinale
ROMA
Signor Presidente,
A nome mio e di tutto il Direttivo
nazionale di Di.S.A.L. – associazione di dirigenti di scuole statali e
paritarie - di tutti i nostri iscritti e
di tanti altri prèsidi, docenti e persone di scuola con cui quotidianamente
operiamo, mi appello a Lei per chiedere di disporre dell’atto di grazia a
favore di Livio Bearzi, dirigente scolastico del Convitto nazionale “Domenico
Cotugno” di L'Aquila nella data in cui il terremoto ha distrutto quella Città.
Egli sconta in questo momento, insieme alla pena accessoria dell’interdizione
dai pubblici uffici, la condanna in giudicato a quattro anni di reclusione per
omicidio plurimo colposo e lesioni colpose nel carcere di Udine in quanto
riconosciuto responsabile diretto ed unico, nel crollo della struttura che
ospitava il medesimo Convitto, della morte di tre studenti e del ferimento di
altri due.
Conosciamo l’umanità e la
professionalità del collega Bearzi, uomo che ha dedicato con serietà e
dedizione tanti anni alla scuola in qualità di docente e di dirigente, dedizione
che dimostrò anche nei drammatici giorni del terremoto proprio rimanendo con la
sua famiglia insieme agli studenti ospiti nello stesso Convitto che dirigeva.
Il preside Bearzi
porta le conseguenze penali – unica condanna ad oggi di tutta la vicenda de
L’Aquila - di una responsabilità
di cui le norme sulla sicurezza caricano chi ha compiti di dirigere in Italia una
scuola, senza poter, tuttavia, metterlo in condizioni di intervenire
direttamente e prontamente nell’adeguamento delle strutture edilizie e dei
manufatti.
Un atto di clemenza - cui a Lei spetta
costituzionalmente di disporre - potrebbe ricomporre la situazione, oltremodo
aggravata da circostanze familiari
difficili, in cui si è venuto a trovare il collega, così pesante e non
adeguata a quanto un uomo assegnato dallo Stato alla custodia ed alla
formazione dei giovani ha testimoniato in trent’anni di attento e rispettoso servizio
alle Istituzioni.
Confidando nella sensibilità e nella
attenzione al bene che tratteggiano lo stile con cui Ella svolge il ruolo di
primo cittadino italiano ed avendo fiducia nell’esercizio da parte Sua dell’autonomo
ultimo discernimento che la Costituzione Le assegna come custode supremo della
giustizia, Le chiedo, pertanto, di valutare l’ipotesi di concedere la grazia ed
annullare l’interdizione dai pubblici uffici a Livio Bearzi, come segno di
tangibile benevolenza nei suoi confronti e di considerazione del contributo dei
presidi italiani all’incremento di quella risorsa decisiva che è la scuola.
Distinti ossequi.
Ezio DELFINO
Presidente nazionale DiSAL
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