Emendamenti DiSAL e ANDiS per una dirigenza professionale


Dopo i lavori del Seminario nazionale che il 13 gennaio 2015 DiSAL e ANDiS hanno organizzato alla Camera dei Deputati, con una significativa partecipazione di deputati, senatori e rappresentanti associativi e sindacali, le due associazioni hanno messo a punto una serie di emendamenti all’art. 10 del DDL 1577, che si occupa della dirigenza pubblica nell’ambito della riforma della PA. Glik emendamenti, come concordato da quasi tutte le sigle e personalità presenti al Seminario, tendono a far valere, nell’ambito della stessa dirigenza pubblica, la specificità professionale della dirigenza scolastica, per salvaguardarne la prevalente missione di leadership educativa ed evitare il declino, operante da anni, verso la sua sempre maggiore burocratizzazione. Gli emendamenti sono stati inviati ai Deputati e Senatori impegnati nel campo della scuola. Riportiamo il comunicato e le lattera inviata ai Parlamentari. Lettere simili sono state inviate anche a tutti i sindacati scuola ed alle Associazioni professionali dei docenti.

 

                                                         

 

COMUNICATO STAMPA 2 febbraio 2015

 

PER UNA DIRIGENZA SCOLASTICA MODERNA E PROFESSIONALE

Presidi non burocrati ma leader educativi

 

Le due Associazioni professionali di dirigenti scolastici A.N.Di.S. e Di.S.A.L. hanno oggi presentato una proposta di emendamenti all’art. 10 del DDL n. 1577 sulla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, affinchè la dirigenza scolastica appartenga alla dirigenza pubblica con una figura professionale specifica, come d’altronde previsto per la dirigenza sanitaria. L’iniziativa scaturisce dall’attuale stesura dell'art 10 emersa dai lavori del Senato e che giunge alla Camera dei Deputati escludendo la dirigenza scolastica  dai ruoli della dirigenza pubblica.

 

La dirigenza scolastica è nata, nella specificità del proprio profilo professionale, dall'introduzione nel nostro ordinamento dell'autonomia scolastica, prevista dall'art 21 della L.. 59/1997,  dal D.P.R.  275/1999  e “costituzionalizzata”  dalla L. 3/2001 di modifica del titolo V della Costituzione. Attualmente, all’interno dei diversi ruoli e aree della dirigenza pubblica, la dirigenza scolastica ha una propria Area specifica.  L’esclusione proposta invece dal DDL 1577 porterebbe con sé un depotenziamento dei compiti  dirigenziali dei capi di istituto: per questo si impone non solo che la sua figura venga collocata nel contesto normativo dei ruoli della dirigenza pubblica, ma soprattutto che questo avvenga con un ruolo specifico sotto il profilo  professionale

       

Le proposte emendative in tal senso presentate da A.N.Di.S. e Di.S.A.L.  al Ministro dell’Istruzione, al Ministro della Funzione Pubblica, ai Senatori e Deputati delle Commissioni Istruzione e Cultura, costituiscono l’esito del lavoro congiunto che le due Associazioni professionali hanno sviluppato nel Seminario di studio promosso a Roma martedì 13 gennaio u.s. presso la Camera dei Deputati, dove è emerso un quasi generalizzato consenso con i rappresentanti sindacali e associativi presenti, assieme ai  parlamentari intervenuti.

 

Un’importante forza sindacale della scuola propugna da tempo la riduzione della dirigenza scolastica all’unico ruolo della dirigenza statale, ma la quasi totalità dei presenti al seminario ha invece condiviso nella sostanza la proposta di A.N.Di.S. e Di.S.A.L.  di delineare per legge lo stato giuridico del  dirigente scolastico non come un generico funzionario amministrativo, quasi che a dirigere scuole possano giungere funzionari dai ministeri, ma come un moderno dirigente pubblico caratterizzato da una propria originale ed insostituibile professionalità, in rapporto ed al servizio delle comunità scolastiche.

 

Le scuole infatti non possono essere considerate un “terminale” operativo dell'Amministrazione centrale, come avviene invece nella struttura “verticale” della burocrazia statale, perchè sono Istituzioni Autonome al servizio dell’istruzione, formazione ed educazione, rispetto alle quali la gestione burocratica costituisce solo un aspetto strumentale. Chi dirige una scuola deve essere per formazione e provenienza professionale necessariamente un insegnante, per poter esercitare una vera leadership didattica ed educativa,  che orienti e caratterizzi la responsabilità di “governare” le risorse professionali, finanziarie e strumentali, in funzione del miglioramento degli apprendimenti e della crescita civile e morale dei giovani. Questo senza nulla togliere alla sacrosanta necessità di adeguare le retribuzioni a queste responsabilità, invertendo contemporaneamente i negativi processi di aumento delle dimensioni quantitative delle unità scolastiche che in quattro anni hanno creato mega-scuole da 2000 alunni e provocato la riduzione di un quarto dei posti statali di capo di istituto.

Su queste proposte A.N.Di.S. e Di.S.A.L.  attendono dal Governo e dal Parlamento quella convergenza e quel coinvolgimento che considerano necessari per il bene della scuola, vera risorsa della Nazione.

 

Roma, 2 febbraio 2015

 

Il Presidente nazionale ANDIS                                             Il Presidente nazionale DISAL

                                   Paolino Marotta                                                                          Ezio Delfino

 

 

 

  

Roma, 27 gennaio 2015

  

Ai Parlamentari della Camera dei Deputati

Ai Presidenti ed ai Componenti delle Commissioni        

                   Istruzione e Cultura di Camera e Senato

Ai Responsabili scuola dei partiti politici

 

Gent. Onorevole/Senatore

 

          L'art 10 del disegno di legge n.1577, in discussione in queste settimane nelle sedi parlamentari, nel fissare i principi e i criteri di delega per la nuova disciplina della dirigenza statale, regionale e degli enti locali, ha escluso dall'inserimento nei “ruoli unici” previsti dallo stesso disegno di legge la dirigenza scolastica statale, già istituita ai sensi del Decreto legislativo n 59 del 6 marzo 1998. Ciò, probabilmente, per la specificità del profilo professionale dei dirigenti scolastici, conseguente all'introduzione nel nostro ordinamento dell'autonomia scolastica, prevista dall'art 21 della legge n. 59 del 15 marzo 1997 e dal D.P.R. n. 275 dell' 8 marzo 1999  e “costituzionalizzata”  dalla legge n. 3 del 18 ottobre 2001 di modifica del titolo V della Costituzione.

        Non essendo però, contestualmente, definito un inquadramento dei dirigenti scolastici esclusi dal D.D.L. 1557 si impone la necessità, per evitare un depotenziamento del ruolo dirigenziale dei capi di istituto, almeno a livello di sistema, che la figura del dirigente scolastico, se pur riconosciuta quale dirigenza specializzata all’interno della dirigenza pubblica,  sia ricollocata coerentemente tra i ruoli definiti dal contesto normativo dell'art. 10 del disegno di legge n. 1577.

    

        Al fine di superare tale indebita esclusione, le Associazioni professionali dei dirigenti scolastici  A.N.D.I.S. e Di.S.A.L. avanzano una proposta di emendamento all’art. 10 in oggetto, richiamando la necessità di reinserire la dirigenza scolastica tra i ruoli unici della dirigenza pubblica e di articolare la dirigenza pubblica in ruoli coordinati e distinti per specifiche professionalità, unitamente ad alcune ulteriori proposte emendative migliorative.

       Le proposte emendative che inviamo in allegato costituiscono l’esito di un lavoro congiunto delle due Associazioni professionali e raccolgono le riflessioni emerse nel Seminario di studio sul tema della dirigenza scolastica, svoltosi a Roma martedì 13 gennaio u.s. presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati.

       Vi chiediamo di sostenere nel dibattito e nelle scelte che il Parlamento opererà nel merito nelle prossime settimane la nostra proposta, che si raccorda con analoghe proposte di emendamento già depositate da onorevoli Parlamentari  e da diverse realtà rappresentative del mondo della scuola.

        Ridefinire, oggi, il profilo del  dirigente scolastico e la sua specificità di ruolo all’interno della riforma della Pubblica Amministrazione significa riconoscere una funzione decisiva e insostituibile per l’innovazione della scuola.

 

        In attesa di un cortese riscontro, Vi  inviamo i nostri più distinti ossequi.

 

Il Presidente nazionale ANDIS                                             Il Presidente nazionale DISAL

                                   Paolino Marotta                                                                          Ezio Delfino

 

Roma, 27 gennaio 2015

Ai Presidenti delle Associazioni del FONADDS

LL.SS.

Al Presidente di ANP, DirigentiScuola

Ai Segretari Scuola  CISL, CGIL, SNALS, UIL

LL.SS.

 

Oggetto: Sostegno ad emendamento DDL 1577

 

     L'art 10 del disegno di legge n.1577, in discussione in queste settimane nelle sedi parlamentari, nel fissare i principi e i criteri di delega per la nuova disciplina della dirigenza statale, regionale e degli enti locali, ha escluso dall'inserimento nei “ruoli unici”, previsti dallo stesso disegno di legge, la dirigenza scolastica statale, già istituita ai sensi del Decreto legislativo n 59 del 6 marzo 1998. Ciò, probabilmente, per la specificità del profilo professionale dei dirigenti scolastici, conseguente all'introduzione nel nostro ordinamento dell'autonomia scolastica, prevista dall'art 21 della legge n 59 del 15 marzo 1997 e dal D.P.R. n. 275 dell' 8 marzo 1999 e “costituzionalizzata”  dalla legge n 3 del 18 ottobre 2001, di modifica del titolo V della Costituzione.

     Non essendo però, contestualmente, definito un inquadramento dei dirigenti scolastici esclusi dal DDL 1557 si impone la necessità, per evitare un depotenziamento del ruolo dirigenziale dei capi di istituto, almeno a livello di sistema, che la figura del dirigente scolastico, pur riconoscendone la specificità all’interno della dirigenza pubblica,  sia ricollocata coerentemente tra i ruoli definiti dal contesto normativo dell'art 10 del disegno di legge n. 1577.

      A tal fine le Associazioni professionali  A.N.Di.S. e Di.S.A.L., per superare tale indebita esclusione, hanno sottoscritto una proposta di emendamento all’art 10 in oggetto richiamando la necessità di reinserire la dirigenza scolastica tra i ruoli unici della dirigenza scolastica ed introducendo la proposta di articolare la dirigenza pubblica in ruoli coordinati e distinti per specifiche professionalità, unitamente ad alcune ulteriori proposte emendative migliorative.

     Inviamo in allegato la nostra proposta emendativa esito di un lavoro congiunto e delle riflessioni emerse nel Seminario di studio sul tema della dirigenza scolastica, svoltosi a Roma martedì 13 gennaio u.s. presso la Sala del Refettorio della Camera.

     Chiediamo alle Associazioni professionali ed ai Sindacati Scuola in indirizzo di far pervenire agli indirizzi delle nostra due Associazioni professionali un riscontro di condivisione alla nostra proposta - che si raccorda con le proposte di emendamento in tal senso già depositate da onorevoli parlamentari  e dalle realtà sindacali della scuola  Area V - consentendo, in tal modo, di portarla, con il peso di una più larga rappresentatività, nel dibattito e nelle scelte che il Parlamento opererà nel merito nelle prossime settimane quando è prevista la discussione del DDL 1577.

     Sostenere, oggi, la figura del  dirigente scolastico e la sua specificità di ruolo all’interno di una riforma della Pubblica Amministrazione significa riconoscere una funzione decisiva e insostituibile per l’innovazione della scuola che rimane – insieme alla famiglia – ‘la’ risorsa di cui si deve preoccupare una nazione che crede nella possibilità del proprio sviluppo culturale, sociale ed economico.

      Restiamo in attesa di un Suo cortese riscontro e Le inviamo i nostri distinti ossequi.

 

Il Presidente nazionale ANDIS                                             Il Presidente nazionale DISAL

                                   Paolino Marotta                                                                          Ezio Delfino

 

 Il testo degli emendamenti
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