Autovalutazione: perché e come valutare il clima di istituto


Il clima d’istituto. Perché misurare il clima di un istituto scolastico e come misurarlo?

Sito  Norberto Bottani  -  9 marzo 2013 

 

Il clima d’istituto

Il clima d’istituto si può misurare. Le incidenze del clima d’istituto non sono solo conoscitive. E’ pertanto rilevante riuscire a controllare e ad apprezzare il clima d’istituto, ma quest’operazione non si improvvisa, richiede grande competenza, molta duttilità perché il modo con il quale il clima d’istituto è valutato si riflette sul clima stesso. Quindi la procedura di valutazione del clima d’istituto non è anodina e va scelta con oculatezza in base a ipotesi iniziali concordate tra i membri dell’istituto scolastico. In particolare prima di avviare la valutazione del clima di un istituto scolastico è indispensabile non solo mettere al corrente tutti i membri dell’istituto, studenti inclusi, ma trovare un consenso sulle ipotesi di partenza tra il personale scolastico. Detto questo, ne consegue che un dirigente non può permettersi di lanciarsi all’avventura e che un istituto centrale dell’amministrazione scolastica di valutazione non può farsi carico di valutare il clima di ogni istituto.

La misura del clima scolastico permette di migliorare l’apprendimento

In questo articolo si rielaborano alcune considerazioni svolte in un testo pubblicato dal settimanale americano Education Week il 17 aprile 2007 a cura di Jonathan Cohen e Terry Pickeral [1

Non è facile misurare il clima scolastico ed esiste infatti quasi un baratro tra le procedure molte caute utilizzate dalla ricerca scientifica quando tratta del clima scolastico e le rare istruzioni riguardanti il clima scolastico emanate dalle autorità scolastiche. La materia è molto delicata sia per gli studenti che per le famiglie e per il personale scolastico.

Cosa è il clima scolastico ?

Il clima scolastico non è un concetto nuovo. Nella pedagogia se ne parla da più di un secolo benché i ricercatori e il personale scolastico si servono di definizioni diverse (in certi casi si parla di “tono” o di “atmosfera” scolastica). In ogni modo tutti convengono che il clima si riferisce alla qualità e al carattere o alla natura della vita all’interno di un istituto scolastico. Assai spesso, il clima scolastico è misurato con sondaggi che raccolgono il parere dei membri della comunità scolastica, con interviste e questionari mediante i quali si chiede quali siano le percezioni della vita scolastica, ma il clima scolastico è qualcosa di molto di più che non un’ esperienza individuale ; è un fenomeno di gruppo, un concetto che ha a che fare con la sfera collettiva, per cui gli strumenti classici della valutazione quantitativa non si prestano per valutare il clima d’istituto.

Si capisce subito quando si entra in una scuola quale è il livello di coesione e lo spirito di collaborazione esistenti tra il personale della scuola e la direzione. Questa percezione è palpabile ed è difficile ingannare specialisti che hanno una buona formazione come valutatori e soprattutto una grande esperienza. Orbene, la coesione di un gruppo è certamente basata su azioni individuali ma anche su qualcosa d’altro. Persone che lavorano insieme in maniera collegiale generano un processo di gruppo che oggi si chiama "intelligenza collettiva". Molti ricercatori e valutatori hanno descritto in svariati modi le dimensioni che modellano questo processo. Ma una valutazione globale del clima scolastico include anche una valutazione di aspetti che trascendono la vita scolastica come per esempio la sicurezza, l’ostracismo esistente tra colleghi oppure il rispetto tra di loro, la qualità dell’insegnamento, quanto si apprende, l’ambiente scolastico in genere e le modalità organizzative vigenti nell’istituto (frammentata, coesiva, partecipativa, poco strutturata, stimolante, aperta, chiusa, ecc.). Questo è tra l’altro uno dei segreti del successo del sistema scolastico finlandese : il clima d’istituto impostato con modalità imperniate sulla partecipazione, la coesione, la solidarietà, il rispetto, la trasparenza, ecc. Non occorre andare molto lontano per sapere che quest’impostazione è la chiave del successo.

Oggigiorno si è molto di più consapevoli che i sentimenti e le emozioni che si provano a scuola e che si condividono con un gruppo più largo hanno un’ incidenza anche sullo sviluppo della personalità degli studenti nonché sul loro modo di apprendere. Ciò è quanto è stato dimostrato da una massa straordinaria di indagini scolastiche nel corso di questi ultimi tre decenni. Un clima scolastico positivo è associato con risultati scolastici migliori e permette anche di predire i risultati del futuro, di anticipare i rischi che possono minacciare il clima scolastico interno, di preannunciare gli errori da non commettere per evitare la diffusione all’interno della scuola di un clima pestilenziale e asfissiante che paralizza le buone intenzioni individuali degli insegnanti e che può soffocare la curiosità degli studenti nonché la loro motivazione ad apprendere.

Cosa conta a scuola ?

Tutti noi ricordiamo momenti della nostra infanzia durante i quali ci siamo sentiti particolarmente protetti, sicuri o insicuri a scuola, quando abbiamo sperimentato una forte simpatia con adulti premurosi oppure quando abbiamo sofferto l’ostilità sprezzante di persone del tutto indifferenti a quello che stavamo facendo nella scuola, quando abbiamo provato la sensazione di essere obbligati ad apprendere qualcosa che avesse senso oppure al contrario quando siamo stati costretti ad apprendere nozioni che non avevano nessun senso. Questo tipo di esperienze ha contribuito a plasmare la nostra personalità e a selezionare i nostri interessi conoscitivi. Queste esperienze costituiscono per tutti una memoria vivida del periodo scolastico, ma non sono ancora valutate, per cui è come se non esistessero e se non contassero. Ci sono ancora passi da gigante da compiere nel settore della valutazione scolastica.

La comunità scolastica, la fiducia negli altri

Nel corso degli scorsi anni gli autori dell’articolo hanno lavorato in istituti scolastici che si sono serviti delle valutazioni per capire i loro punti di forza, per individuare i loro fabbisogni e per approntare piani di sviluppo e di miglioramento del vissuto scolastico e del clima sociale, civico, emotivo e etico esistente all’interno dell’istituto come pure dei risultati conoscitivi. Al centro di tutti questi interventi si situa il concetto di “comunità scolastica”. Gli istituti scolastici sono sani e funzionano bene quanto sono davvero una comunità, quando tutti i membri di questa comunità si riuniscono per riflettere sulle dimensioni che modellano ed influenzano le percezioni che i membri dell’istituto scolastico hanno della convivenza dentro la scuola. Ognuno infatti, indipendentemente dalle proprie competenze e dal proprio livello di cultura, impara qualcosa quando chi gli sta accanto esprime i propri sentimenti sulla vita scolastica, riesce a dire quel che prova, a esplicitare i propri sentimenti.

Il disagio e l’inciviltà scolastica

Uno dei risultati importanti emergenti da queste esperienze fu la scoperta che la violenza scolastica, la prepotenza e l’arroganza di alcuni studenti è un problema angosciante per gli studenti ma non per i professori degli istituti scolastici. Quando il personale della scuola accetta però di affrontare questo problema immediatamente si crea una piattaforma d’intesa con il corpo studentesco che è molto favorevole per l’impegno degli studenti. Il rapporto tra studenti e professori viene a questo punto ribaltato e di colpo gli studenti diventano i professori dei loro professori poiché conoscono fatti e situazioni che i professori e il personale scolastico ignorano il che permette agli adulti di essere passivi e del tutto insensibili al disagio degli studenti all’interno della scuola .

Come impostare la valutazione del clima scolastico ?

Questo esempio permette di attirare l’attenzione sui limiti di un certo tipo di valutazione del clima scolastico. Questa non può essere imposta né dall’alto né dall’esterno della scuola senza la condivisione e l’accordo di tutti i membri dell’istituto scolastico. La valutazione del clima scolastico è utile ed è necessaria solamente se è collaborativa e se sfocia nella creazione di piani specifici di miglioramento. La valutazione globale del clima scolastico può essere un trampolino che permette alla comunità scolastica di costituirsi e di riflettere sulle azioni che devono essere intraprese per far sì che si possa stare bene all’interno dell’istituto e si possa lavorare nel modo migliore. Il lavoro metodologico da condurre su questo tipo di valutazione dovrebbe permettere di innestare una procedura di miglioramento nutrita di informazioni, di prove, di piani che provengono dal riconoscimento dell’importanza di tutti gli aspetti della vita scolastica (sociali, emotivi, etici, conoscitivi).

Gli obiettivi della scolarizzazione

Se si interrogano le famiglie e il personale scolastico su quanto auspicano per gli studenti, si scopre che ovunque, per lo meno negli Stati Uniti, sono importanti non solo le conoscenze scolastiche come per esempio il saper leggere e scrivere oppure il far di conto ma che soprattutto si vorrebbe che le scuole fossero un posto nel quale gli studenti siano a loro agio, stiano bene, scoprano come si possa apprendere lungo l’arco di tutta l’esistenza, facciano amicizie valide ed incontrino persone entusiaste della vita e della società che stimolino la loro curiosità. Molte autorità scolastiche non ammettono queste indicazioni, sono sorprese dal fatto che sovente questi obiettivi sono prioritari e più rilevanti che non gli obiettivi puramente conoscitivi. In altri termini si deve ammettere però che le capacità sociali, emozionali e morali contano per le famiglie e anche per molti insegnanti quanto le competenze conoscitive. In realtà, tutti gli insegnanti sanno benissimo che quando interagiscono con i loro alunni e i loro studenti mettono in gioco le loro emozioni, i loro valori e non solo la loro cultura.

Composizione di un buon clima scolastico

Un buon clima scolastico è quindi composto di una costellazione di competenze sociali ed emotive nonché di disposizioni etiche condivise da tutto il personale scolastico. Per questa ragione le indagine sul clima scolastico sono molto delicate e esigenti. Richiedono una grande sensibilità da parte di tutti coloro che si lanciano in questo tipo di valutazione. Dalla massa di indagini fin qui svolte si può ritenere che il livello di apprendimento progredisce in maniera significativa se all’interno degli istituti scolastici c’è una politica scolastica coerente per un periodo perlomeno triennale ma sarebbe assai meglio se fosse quinquennale. Due sono le procedure più rilevanti da applicare :

1. Promuovere deliberatamente le competenze sociali, emotive e cognitive nonché i valori etici ; e

2. Creare all’interno della scuola un ambiente sano, accogliente, premuroso, attento alle esigenze degli studenti e del personale.

Quando si usa la valutazione del clima scolastico come trampolino per migliorare la scuola non ci si limita soltanto a misurare i risultati conoscitivi. Le prove strutturate non bastano. Si deve misurare anche la partecipazione degli studenti e del personale scolastico alla vita scolastica.

Quali sono le competenze e i valori promossi quando si valuta il clima d’istituto ?

I genitori americani, ma credo anche che quelli europei (mi ricordo di un’ indagine svolta a Ginevra sugli obiettivi e le competenze che gli insegnanti ginevrini della scuola primaria avrebbero voluto privilegiare) auspicano soprattutto che nella scuola i loro figli diventino persone che si entusiasmino per qualcosa e che siano in grado di contribuire alla vita comunitaria. Nulla a che fare con finalità egoistiche, obiettivi individualistici ed anche, con grande sorpresa, nessuna priorità per gli obiettivi conoscitivi. 

Occorre quindi identificare un nucleo di competenze sociali ed emozionali nonché di valori etici che formano le fondamenta del successo scolastico e nella vita e che l’opinione publica ritiene rilevanti e prioritari. Numerose ricerche svolte in campi disciplinari diversi hanno rivelato che il successo scolastico e le competenze conoscitive aumentano significativamente quando si riesce a promuovere e a sviluppare la partecipazione degli studenti alle attività scolastiche.

La lista delle competenze e dei valori comprende per esempio i seguenti aspetti :

·         essere attenti a se stessi ;

·         ascoltare il parere degli altri ;

·         pensare in modo critico ;

·         riflettere su quanto si sente ;

·         avere le competenze per risolvere i conflitti in maniera creativa e non violenta ;

·         avere una flessibilità mentale che permetta di risolvere problemi spesso inattesi e di prendere decisioni ;

·         saper comunicare ed esprimere il proprio parere in modo tale da riuscire a partecipare alle discussioni ;

·         saper collaborare con gli altri.

Un insieme di altre competenze essenziali può essere aggiunto a questa lista :

·         essere responsabili ;

·         essere convinti che siamo creature sociali e che per sopravvivere e riuscire nella vita occorre interagire con gli altri ;

·         apprezzare l’importanza della giustizia sociale ;

·         apprezzare il fatto che è onorevole e che è piacevole servire e aiutare il prossimo .

Dalla ricerca scientifica alla prassi scolastica

Il clima scolastico è un aspetto che attira l’attenzione di molti dirigenti scolastici e politici ma però si fa ben poco per promuoverlo e per misurarlo. In teoria, la ricerca scientifica dovrebbe modellare le scelte politiche che a loro volta dovrebbero influenzare la prassi scolastica, ma questa logica è raramente rispettata. Il clima scolastico è importante ma è anche un esempio sconcertante della confusione che regna in questo campo. Le deduzioni logiche che si impongono da premesse indiscutibili non vanno da sé. Molti elementi forniti da una massa considerevole di indagini sulla scuola suggeriscono che negli istituti la priorità dovrebbe essere accordata allo sviluppo delle capacità creative e del pensiero critico, alle capacità di esprimersi in modo chiaro e diretto, a comunicare per iscritto in modo preciso le proprie considerazioni e a sviluppare progetti complessi, a servirsi in modo etico delle nuove tecnologie nonché ad essere impegnati nella vita associativa. I responsabili politici e scolastici, i dirigenti scolastici dovrebbero quindi incoraggiare e promuovere il miglioramento del clima scolastico all’interno di ogni istituto proprio perché le indagini scientifiche indicano che questa è la via per ottenere il meglio da parte degli studenti, ma ciò non succede che assai raramente.

La valutazione del clima scolastico

Una passo essenziale sarebbe quello di misurare in maniera scientifica il clima scolastico. Orbene, questa valutazione ha senso soltanto se è impostata in maniera democratica, con la partecipazione di tutti secondo il loro livello di competenze. Non si tratta di cedere in nessun modo ad un gruppo di specialisti necessariamente estranei alla scuola la piena responsabilità della valutazione del clima di istituto. L’impostazione della valutazione del clima d’istituto presuppone prima di tutto che si consideri l’istituto come una comunità che apprende e inoltre che si riconosca esplicitamente l’importanza delle dimensioni etiche, sociali, emozionali, civiche della vita scolastica e non solo dei livelli conseguiti nei test di conoscenze nella cultura matematica, scientifica, oppure nella comprensione di testi di vario genere. La valutazione del clima scolastico può fornire una comprensione dei punti di forza nonché delle debolezze di ogni istituto ed offrire ad ogni istituto una chiara descrizione delle sfide da rilevare per giungere a dare agli alunni e agli studenti voce in capitolo, per promuovere la costruzione di una comunità reale e non fittizia e per avviare interazioni che promuovano competenze e valori che permettono di riuscire sia a scuola che nella vita.

 

[1] Cohen insegna al Teachers College di New York ed è stato uno dei fondatori del National School Climate Center negli USA e Pickeral ha una ditta di consulenza privata nel settore scolastico dopo avere diretto per dodici anni a Denver il Centro Nazionale USA per l’apprendimento e la Cittadinanza.

 
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