Federalismo scolastico: incontro MIUR sindacati


Attuazione Titolo V della Costituzione e competenze di Stato e Regioni in materia di istruzione

Incontro Ministro, Sindacati e Regioni

UIL Scuola - 28 Giugno 2012

 

Il report della riunione e il testo dell'accordo

 

Attuazione del Titolo V della Costituzione e competenze di Stato e Regioni in materia di istruzione,   questo il tema centrale dell’incontro che si è svolto oggi pomeriggio al ministero dell’Istruzione.

Presenti all’incontro, con il ministro Profumo, i segretari dei sindacati scuola del comparto ministeri  e i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Per la UIL  hanno  partecipato Di Menna, Ranieri e Ripani.L

 

’incontro è stato propedeutico all’elaborazione di un documento nel quale vengono fissati gli ambiti di competenza e di intervento di Stato e Regioni in materia di istruzione.

Cinque gli aspetti salienti:

1. L’individuazione delle competenze normative proprie dello Stato e quelle delegate alle Regioni con le relative funzioni amministrative in materia di istruzione.

2. Il trasferimento di beni e risorse umane e strumentali alle Regioni per lo svolgimento delle funzioni individuate.

3. La distribuzione delle dotazioni organiche e il dimensionamento della rete scolastica.

4. L’organizzazione e la gestione delle banche dati.

5. La sperimentazione di nuovi modelli organizzativi.

 

Il documento e stato presentato da ministro Profumo dal capo di gabinetto Fiorentino e, in rappresentanza delle Regioni, dagli assessori Targetti e Aprea. Il ministro ha proposto la costituzione di due tavoli di confronto per l'accopagnamento di tutto il percorso, uno per le questioni inerenti l'istruzione  e l' altro per l'amministrazione.

 

Nel dettaglio l’intesa prevede:

Competenze

La gestione degli organici passa dallo Stato alle Regioni. Le Direzioni Regionali passano dunque alle dipendenze delle Regioni. Sostanzialmente si fotografa la situazione in atto e si sostituiscono gli organi di riferimento.

Strumenti

Una legge nazionale deve recepire l’accordo che deve poi essere assunto negli ordinamenti regionali.

Contratti

 Viene rafforzata la contrattazione regionale.

 Organici

Per la distribuzione degli organici viene istituita una commissione mista Regioni – Miur.

Sperimentazioni

Attraverso intese con il Miur, le Regioni potranno sperimentare nuovi modelli organizzativi di gestione del servizio, costituire anagrafi e sistemi di valutazione, intervenire in materia di edilizia scolastica.

 

L’intesa giunge con molto ritardo – ha messo in evidenza il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna nel suo intervento. L’intreccio delle competenze ha creato non poche difficoltà alle scuole, talvolta si è giunti addirittura a situazioni di conflitto tra legislazioni concorrenti e sovrapposte. Le recenti pronunce della Corte Costituzionale sono il segno tangibile della necessità di fare chiarezza nel quadro dell’attribuzione delle competenze in materia di istruzione.

Quel che va evitato – ha detto Di Menna – è un passaggio di competenze a “due velocità”.

Si deve creare un sistema tale che attui il cambiamento in modo omogeneo e contemporaneo.

Le regioni, insomma, devono ‘partire insieme’, in modo da garantire un assetto di base simile in tutto il territorio nazionale.

E nazionale deve essere anche – ha spiegato Di Menna – il sistema di formazione iniziale e reclutamento.

Resta confusa la questione della contrattazione. Il  testo dell’intesa deve prevedere in modo esplicito che per il personale della scuola si applica il contratto nazionale, da cui discendono i diversi livelli di contrattazione integrativa. Si può prevedere la presenza di una rappresentanza delle regioni nel comitato di settore che emana il relativo atto di indirizzo all'ARAN. Va prevista una sede di garanzia e coinvolgimento riferita al personale operante negli uffici territoriali e regionali dell’amministrazione come presupposto per l'attivazione di quanto posto nell’intesa.

Nel contesto della definizione delle competenze – ha ricordato Di Menna,  va definito il modello della autonomia scolastica attraverso una legge che ne modifichi la governance.

Al fine di garantire qualità omogenee sul versante nazionale l’amministrazione statale deve trasformarsi da organo di gestione amministrativa ad organo di monitoraggio e supporto tecnico professionale  all'autonomia scolastica ed alle reti. E' inoltre necessario adeguare ai nuovi profili il ruolo del sistema nazionale di valutazione.

Ultima annotazione della Uil Scuola è quella legata al dimensionamento e all’organico che – ha messo in evidenza Di Menna – deve essere pluriennale, per dare la necessaria stabilità e continuità alle scuole e al personale

 

Intesa tra Stato e Regioni sul Titolo V

ANP – 28 giugno 2012]

Mercoledì 27 giugno si è tenuto, presso il MIUR, il previsto incontro di presentazione dell’ipotesi di intesa Stato/Regioni sull’attuazione del Titolo V della Costituzione, relativamente alla materia “istruzione e sperimentazione di interventi condivisi tra Stato e Regioni per la migliore allocazione delle risorse umane, strumentali ed economiche al fine di elevare la qualità del servizio”.

Gli obiettivi dell’intesa sono cinque:

(A) individuazione dei tempi e dei modi per il completamento del trasferimento delle funzioni amministrative alle Regioni alla luce dei nuovi criteri costituzionali di riparto della funzione legislativa in materia di istruzione;

(B) fissazione dei tempi e delle modalità per il trasferimento delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all’esercizio delle nuove funzioni e del collegamento tra tale trasferimento e la data di inizio dell’esercizio delle nuove funzioni;

(C) congruente definizione dei tempi e dei modi di ridefinizione dell’amministrazione statatele periferica;

(D) modulazione del raggiungimento degli obiettivi secondo diverse velocità dipendenti dallo stadio di organizzazione regionale;

(E) definizione di condizioni e modalità per l’attuazione della sperimentazione di nuovi modelli organizzativi.

 

In estrema sintesi, con riferimento alla copiosa – e ormai quasi decennale – giurisprudenza della Corte Costituzionale circa la ripartizione di competenze tra Stato e Regioni e le modalità di attuazione del dettato costituzionale di cui al Titolo V, l’accordo mira a fissare i livelli essenziali delle prestazioni civili e sociali da garantire durante e dopo il processo di trasferimento alle sedi regionali delle funzioni che ad esse competono. Per farlo, è evidentemente necessario regolare anche la quantità di risorse (umane, finanziarie e strumentali) che lo Stato deve trasferire alle Regioni nonché le modalità e i tempi del trasferimento, il tutto tenendo anche presente il diverso livello organizzativo presente a livello territoriale.

 

La delegazione Anp, presente nella persona del Presidente Nazionale Giorgio Rembado, ha espresso soddisfazione in merito alla volontà politica, espressa dal Ministero, di dare corso alle norme costituzionali, manifestando al contempo perplessità circa la tempistica prevista. Al riguardo, va ricordato che l’Anp ha sempre considerato l’attuale permanenza degli uffici scolastici territoriali – e in special modo di quelli provinciali (gli ex provveditorati) – come un vero e proprio impedimento all’implementazione di una piena autonomia scolastica e, pertanto, guarda con estremo favore allo snellimento dell’amministrazione scolastica sul territorio ed al correlato passaggio di competenze – finalmente di natura meramente organizzativa – all’ambito regionale.

 

Il Presidente ha sottolineato l’opportunità di una ulteriore e approfondita riflessione sulle negative conseguenze della norma, il quinto comma dell’art. 19 del decreto-legge 98/2011, che impedisce di preporre con stabilità un dirigente alla guida delle istituzioni scolastiche autonome con meno di 600 studenti. In particolare, a prescindere dalla questione -strettamente sindacale- che prevede un organico dirigenziale di circa 8000 unità a fronte di oltre 9000 istituzioni scolastiche, ha manifestato la profonda insoddisfazione dell’Anp per un assetto del sistema in cui le scuole senza dirigente sono ben più del 10%. Ha pertanto sollecitato le parti in causa ad affrontare con tempestività i concreti problemi dell’attuazione del Titolo V della Costituzione, non limitandosi ad enunciazioni di principio non seguite da accordi sugli specifici temi che, fin qui, hanno alimentato solo il conflitto inter-istituzionale.

 

 
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