Seminario su “Characters Skills” promosso da DiSAL, IPSSAR Luigi Einaudi ed Associazione “Il Sud Già e non ancora” a Lamezia Terme
Ancora un’eco del vivo dibattito suscitato dal
Seminario di formazione del 27 aprile “Didattica, character skills, scuola e
lavoro”
Si è svolto il 27 aprile scorso un
interessante Seminario ”Didattica, character skills, scuola e lavoro” promosso dall’associazione nazionale Dirigenti
Scuole Autonome e Libere in collaborazione con l’ IPSSAR “L. Einaudi” di
Lamezia Terme, l’Associazione “Il Sud Già e non ancora”, per il bene comune e
l’ERSAF, Ente Ricerca a Alta Formazione, che ha visto la partecipazione del presidente
del Consiglio Regionale della Calabria dott. Filippo Mancuso e dell’assessore
alla Formazione e vicepresidente della Giunta Regionale della Calabria dott.ssa
Giuseppina Princi.
La presenza dei diversi soggetti del
territorio, delle associazioni e delle istituzioni regionali ha rappresentato
un’occasione interessante ed unica per affrontare da più punti di vista le
criticità del sistema formativo e di avviamento al lavoro in Calabria. Relatori del seminario sono stati il prof.
Giorgio Vittadini, docente di Statistica Università Statale Milano Bicocca e il
dirigente scolastico Ezio Delfino, presidente di DiSAL. Hanno partecipato
all’incontro circa 200 operatori della formazione, dirigenti scolastici,
coordinatori didattici, docenti ed operatori dell’alta formazione nonché del
mondo del lavoro. Vittadini ha introdotto la tematica delle characters skills traendo
spunti dal libro di cui è coautore – “Viaggio nelle Character Skills” con i
proff. G. Chiosso e A.M. Poggi. Tale tematica si presta egregiamente come leva
per affrontare la drammatica situazione in Calabria ed in generale nel Sud relativa
alla povertà educativa e dispersione scolastica. Come sottolineato dal prof. Vittadini, le competenze non cognitive, la loro
importanza, la loro misurazione, evidenziano il superamento del concetto di capitale
umano come fattore economico principale puntando sullo sviluppo della persona
nella sua totalità, come capacità di rapporto adeguato con la
realtà, di costruzione di legami e di relazioni sociali, di dialogo e
bene comune. Le Ncs (non cognitive skills, character skills) pongono al centro
fattori individuali, bisogni primari e aspettative di successo, superando
l’idea di una scuola meramente funzionalistica. Come evidenziato da numerose
ricerche di economisti si sta palesando sempre di più il limite delle sole competenze
cognitive nello sviluppo e capacità di rapporto adeguato con la realtà, nella
partecipazione attiva alla vita sociale per il raggiungimento di una piena
cittadinanza.
Il presidente di DiSAL Ezio Delfino si è
soffermato sui processi tendenti a diffondere la tematica delle character
skills nelle scuole ed in particolare le azioni del dirigente scolastico volte
a favorire nei docenti l’approccio nella didattica dei lineamenti di
personalità implicati (amicalità, coscenziosità, accettazione del rischio,
apertura mentale, stabilità emotiva, apertura all’esperienza). Delfino ha innanzitutto
richiamato la necessità di trasformare il rapporto docente-discente da un
modello basato su processi di funzionamento - che prevede la meccanica trasmissione
di conoscenze da parte dell’insegnante e la richiesta allo studente della semplice
ripetizione di contenuti - al metodo dell’avvenimento in cui si instaura
tra docente e discente la dimensione della “scoperta” dei fatti e delle
conoscenza, con uno scambio reciproco di esperienze e di dimensioni conoscitive.
Il presidente DiSAL ha, poi, Indicato l’urgenza che lo stile comunicativo passi
dal modello della cura - quando la relazione educativa è impostata in
modo unilaterale, in cui è l’adulto che si curva sullo studente senza renderlo
autenticamente protagonista dell’apprendimento, interpretando il ruolo docente
in una chiave quasi terapeutica - allo
stile di premura, proprio di una
esperienza docente-discente in cui nel rapporto formativo è favorito il
movimento dell’uno e dell’altro. Un modello in cui l'insegnante viene incontro al
ragazzo, fornendogli il canone indispensabile perché possa conoscere il mondo e
possa dare delle ipotesi esplicative della realtà, e nel quale lo studente non
è semplice recettore passivo, ma è sfidato a mettersi in gioco in paragone con
la proposta del docente. Una sfida dentro una relazione significativa ed affettiva
per tirar fuori quella intelligenza segreta che i ragazzi spesso non sanno di
avere per arrivare a formarli ad un modo di vivere secondo tutte le dimensioni
della loro persona, in una prospettiva di cittadinanza e di responsabilità
verso il mondo.
Con queste prospettive,
ho proseguito Delfino, la scuola può trasformarsi da non-luogo a luogo,
un’opera educativa che tutti sono chiamati a costruire come la propria
casa perché tutto - rapporti, organizzazione, didattica, progettazione - viene
costantemente ridefinito da uno scopo comune, il bene dei ragazzi.
I dirigenti scolastici sono chiamati,
dunque, in questa ottica, a reinterpretare il proprio ruolo per cercare di
bilanciare le tendenze implicite nell’ “accountability” e nell’ “improvement”:
le une che lo impegnano a giocare azioni che realizzino la loro responsabilità in
ordine ai risultati, secondo principi di conformità e trasparenza; le altre che ne
ispirano le competenze professionali per rispondere alle attese che provengono
dal mondo del lavoro e dalla società e che implicano il sostegno ad una nuova
pedagogia orientata a promuovere apprendimenti autentici.
L’interessante
seminario ha reso più consapevoli i presenti del fascino e della responsabilità
di contribuire, tutti insieme, ad una scuola di qualità, capace di far crescere
l’ “io” di ogni ragazzo e garantire il pieno sviluppo dei propri talenti.