Atto di indirizzo: i cambiamenti nella scuola


Stop alla lezione frontale, largo alla didattica per competenze e al digitale: la ‘rivoluzione’ di Bianchi

da OrizzonteScuola- 21/9/2021 - Fabrizio De Angelis

 

Quella di quest’anno “è una scuola che deve ripensarsi ed essere più consapevole di se stessa” e che deve “farci sentire un Paese”, ha detto il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi pochi giorni fa in merito al nuovo anno scolastico. In realtà il quadro di come la scuola debba ripensarsi il Ministro lo ha impresso nell’atto di indirizzo reso pubblico il 16 settembre.

Stop alla lezione frontale

In altre occasioni il Ministro aveva proposto un cambio di passo sulle metodologie didattiche. Adesso, il tutto si trova nero su bianco: “È prioritario continuare a promuovere la sperimentazione e la diffusione capillare in tutte le scuole di nuove metodologie didattiche, orientate al superamento del modello di insegnamento tradizionale di stampo trasmissivo, incentrato sulla lezione frontale“.

Largo alla didattica per competenze

Bianchi però ha già una traccia precisa, ovvero quello della didattica per competenze, tanto discussa negli ultimi anni, “necessario favorire lo sviluppo di una didattica per competenze, di tipo collaborativo ed esperienziale, per consentire una maggiore personalizzazione dei processi di apprendimento degli studenti, in considerazione delle loro specifiche esigenze“.

Secondo Bianchi bisogna essere molto precisi per arrivare all’obiettivo, e dunque, a suo modo di vedere, “occorrerà valorizzare ogni strumento, a partire dai materiali didattici tradizionali e dei libri di testo, rispetto ai quali costituirà impegno specifico del Ministero fornire alle scuole indicazioni e strumenti diretti a favorire le migliori scelte adozionali e l’individuazione delle più efficaci metodologie per la costruzione di materiali didattici”.

Dunque, in base a quanto si legge, Bianchi vuole fornire delle vere e proprie linee di indirizzo, destinate per i docenti affinché possano impiegare tali “consigli” per le lezioni da svolgere in classe.

Già alcuni sindacati, come la Gilda, non piace molto questa formula pensata dal Ministro: “Affermare che la lezione frontale debba essere superata in favore di nuovi approcci significa entrare a gamba tesa su un terreno che non è affatto di competenza del ministro dell’Istruzione ma che spetta ai docenti. Soltanto a loro deve essere affidato il compito di decidere, in base agli specifici contesti in cui operano, quali metodologie e strumenti didattici utilizzare, nel pieno rispetto della libertà di insegnamento che l’articolo 33 della Costituzione assegna loro”, dice Rino di Meglio, coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti.

Il digitale a scuola

Infine il digitale: non è un mistero che Bianchi voglia superare l’immagine della Dad in piena pandemia e svoltare verso nuovi orizzonti: “In futuro – spiega Patrizio Bianchi partecipando al videoforum de La Stampa, “30 minuti al Massimo” – ci sarà ancora la dad, ma non quella abbiamo conosciuto in questi mesi: sarà una didattica di avvicinamento. Abbiamo investito molto sulla parte digitale“.

E in effetti, l’atto di indirizzo spiega: “Particolare attenzione sarà dedicata all’integrazione nella didattica delle tecnologie digitali, necessarie per favorire l’adesione ad approcci metodologici e pratiche di insegnamento innovative“.

Come previsto nel PNRR, continua Bianchi sull’atto di indirizzo, “il Ministero intende sostenere lo sviluppo della didattica digitale e realizzare un sistema multidimensionale di formazione continua del personale scolastico, attraverso percorsi innovativi in materia di istruzione digitale, integrazione delle tecnologie nella didattica e transizione digitale delle scuole, a partire dalle esperienze del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD)“.

E ancora: “Verrà, inoltre, adottato un quadro nazionale di riferimento per la didattica digitale integrata, con contenuti e metodologie digitali ad uso dei docenti, degli studenti e delle famiglie“.


ATTO DI INDIRIZZO

 

 Atto di indirizzo politico istituzionale per il 2022: tra le priorità formazione e investimenti

Tecnodid – 20/9/2021
 
Il Ministro dell'Istruzione ha firmato l'atto di indirizzo politico istituzionale per l'anno 2022, concernente l’individuazione delle priorità politiche del Ministero dell'Istruzione.

Con decreto n. 281 del 15 settembre 2021 è stato adottato l'Atto di indirizzo politico istituzionale che individua le priorità politiche che orienteranno l’azione del Ministero dell’istruzione per l’anno 2022 e per il triennio 2022-2024.

Le priorità sono state definite in coerenza con i documenti di programmazione economico-finanziaria, il DEF 2021, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dall'Agenda 2030, tutti applicabili al sistema nazionale di istruzione e formazione.

Nello specifico, le priorità che ispireranno l’azione del Ministero per l’anno 2022 sono otto, declinate in specifiche linee di azione e che riflettono in maniera puntuale gli ambiti di intervento con strumenti organizzativi e gestionali:

1) garantire il diritto allo studio per tutte le studentesse e tutti gli studenti;

2) potenziare l’offerta formativa nelle scuole di ogni ordine e grado;

3) promuovere processi di innovazione didattica e digitale;

4) promuovere politiche efficaci per la valorizzazione del personale scolastico;

5) investire sull’edilizia scolastica e ripensare gli ambienti di apprendimento in chiave innovativa;

6) rilanciare l’autonomia scolastica e valorizzare il sistema nazionale di valutazione;

7) investire sul sistema integrato 0-6;

8) rafforzare la capacità amministrativa e gestionale del Ministero.

Resta evidente che investire sulla formazione delle giovani generazioni costituisce quindi una leva strategica fondamentale per promuovere una ripresa intelligente, sostenibile e realmente inclusiva.  La rinnovata consapevolezza del valore strategico che assumono gli investimenti per il rilancio del sistema educativo, rispetto alle prospettive di ripresa e di crescita del nostro Paese, si riflette in un significativo aumento delle risorse stanziate proprio per favorire l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa, per gli interventi perequativi finalizzati alla riduzione dei divari e delle disuguaglianze nell’esercizio del diritto all’istruzione, per la continuità didattica degli alunni con disabilità e per l’edilizia scolastica.

 

 

 
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