Reclutamento docenti: intervento DiSAL al Senato sul DDL 763

 

Segnaliamo l'audizione informale di rappresentanti dell'Associazione dirigenti scolastici (DiSAL), dell'Associazione nazionale dirigenti scolastici (A.N.Di.S) e dell'Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (ANP) nella sede dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari della 7ª Commissione del Senato, nell'ambito di un ciclo di audizioni sul disegno di legge n. 763, per MERCOLEDI' 28 NOVEMBRE p.v. alle ore 8,30.

Pubblichiamo in allegato  le proposte e le valutazioni di DiSAL, assieme al DDL che conferma l'abolizione della chiamata diretta e degli ambiti, regionalizzando i ruoli del personale docente.

All'audizione hapartecipato a nome di DiSAL la dott.ssa Annarita Tiberio dirigente scolasticadell'I.C. via Poseidone di Roma, membro della Direzione nazionale DiSAL epredsidente di DiSAl Lazio.


Video della seduta

 

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 Associazione professionale dirigenti scuolestatali e paritarie  - Ente qualificatodal MIUR alla formazione

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AUDIZIONE

PRESSO UFFICIDI PRESIDENZA
VII COMMISSIONE (Istruzione) SENATO

 

nell'ambito di un ciclo di audizioni sul disegno di legge n.763

“Modifiche alla legge 13 luglio 2015, n.107, in materia di ambititerritoriali e chiamata diretta dei docenti”

 

Roma, 28 novembre 2018

 

MEMORIA DEPOSITATA DA Di.S.A.L. - Dirigenti Scuole Autonome eLibere

 

Premessa

 

Obiettivodel disegno di legge che qui si discute è “eliminare dall’ordinamento giuridicovigente l’istituto della chiamata diretta”

Vale lapena, tuttavia, immediatamente osservare che né nella Presentazione in premessaal Disegno di legge né nell’articolato vengono offerti dai presentatori dati,analisi e congrue motivazioni  a sostegnodi tale intendimento.

L’unicamotivazione pare essere quella di tutelare i docenti:

-       da un“accentramento di potereeccessivo in favore dei dirigenti scolastici”

-       da “aberrazioni prodotte a dannodei docenti e del sistema scolastico in generale”

-       da un ipotetico “svilimento dellaprofessione docente” costretto “a dipendere dal rapporto personale instauratocon il dirigente scolastico e dall’esercizio dell’arbitrio di quest’ultimo”

Affermazioniforti, sottoscritte da senatori della Repubblica che, senza portare dati asostegno della loro tesi, dipingono i dirigenti scolastici -  chiamati al complesso difficile compitoattraverso regolari concorsi pubblici statali - come persone che mirerebbero adun potere sulle persone, figurando rapporti con i docenti delle scuole da lorodirette di tipo autoritario, accentratore e di succube ’dipendenza’.

Argomentazioni,dunque, non sufficienti rispetto alla proposta di legge né, francamente,condivisibili.

 

Il limite della chiamata diretta, che il Disegnodi legge in discussione vorrebbe definitivamente cancellare dall’ordinamentolegislativo,  così come introdotta da unaLegge di stato (L. 107/2015),  sta nel modo della sua attuazione  e del soggetto preposto alla sua attuazione,non nel principio che essa, invece,positivamente interpreta.

Unprincipio che attualizza e concretizza la possibilità di un iniziale esercizio di autodeterminazione alleistituzioni scolastiche riconosciute, costituzionalmente, appunto, come’autonome’. Non vi sarà, infatti, piena autonomia senza la possibilità diconsentire l’individuazione diretta del personale docente chiamato per larealizzazione di un Piano dell’offerta formativa predisposto dalla stessasingola autonomia scolastica, come accade in molti paesi europei. Togliere lachiamata diretta “dalla normativa di rango primario” - come è nell’intendimentodel Disegno di legge in discussione - significa eliminare, alla radice ed inprospettiva, uno strumento a servizio della autonomia delle istituzioniscolastiche statali. Ma, sorge il dubbio, forse è proprio questa la volontà deiproponenti: eliminare questo ‘principio’ che la ‘Buona scuola’ aveva introdotto,senza tuttavia, poi, certamente, aver previsto strumenti per essereefficacemente esercitata.

Allora, non sarebbemeglio introdurre delle procedure per migliorare la possibilità di chiamatadiretta, invece che abolirla? Ad esempio coinvolgendo il Comitato divalutazione nella procedura di scelta e così rendendola meno concentrata nellemani del preside ? o, attraverso una adeguata riforma degli organi di governodelle singole istituzioni scolastiche autonome, individuando il soggettocollegiale della scuola proposto alla scelta dei singoli docenti (un board),  magari attraverso concorsi per il reclutamentopromossi delle singole scuole o di reti di scuole?   

 

Osservazioni e proposte

 

Nel meritodell’articolato del Disegno di legge n.763 alcune osservazioni e proposte.

 

1.    riferimento: art 1 b) ilcomma 66 è sostituito dal seguente: “A decorrere dall’anno scolastico2019/2020, con decreto del dirigente preposto all’ufficio scolastico regionale,l’organico dell’autonomia è ripartito tra le istituzioni scolastiche statali”(anziché tra ambiti territoriali).

L’abolizione degli ambiti va consideratacome proposta positiva, ma rimane tutto il problema dello scaricamento sulle istituzioniscolastiche di procedure che potrebbero invece tornare ad uffici territorialidi ambito (es. ricostruzione carriera, pensionamenti o altro) sgravando così lesegreterie di adempimenti pesanti, spesso irrazionali. L’idea di ‘ambitoterritoriale’ dovrebbe essere introdotta, invece, con riferimento alla gestionedi procedure comuni tra le scuole, con dotazioni di amministrativi preposti epreparati allo scopo.

 

2.    riferimento: art 1 c): al comma 68 il primo periodo è sostituito dalseguente “A decorreredall’anno scolastico 2019/2020 i ruoli del personale docente sono regionali,suddivisi in sezioni separate per gradi di istruzione, classi di concorso etipologie di posto.”

 

La regionalizzazione dei ruoli deidocenti è tema delicato, che richiede, contemporaneamente, un ulteriorepotenziamento dell’autonomia scolastica, cioè della potestà di assunzione deidocenti da parte di un organo politico dell’istituzione scolastica autonoma.Altrimenti non è che un trasferimento di competenze, una maggioreburocratizzazione, perché le regioni hanno mostrato in questi anni di aumentarele procedure invece che semplificarle. Il caso degli IeFP su questo èclamoroso.

 

3.    riferimento: art 1 c) (…) “il personale docente viene assegnato ad una opiù classi”

 

Tale formulazione rischia di  far intendere l’equiparazione di tuttol’organico dell’autonomia assegnato alle istituzioni scolastiche statali acattedre su posti comuni, dimenticando che nell’organico dell’autonomia vi sonoanche tipologie di cattedre di potenziamento che non necessariamente sono deltutto coincidenti con ‘un’assegnazione del docente a classi’. L’assegnazionedei docenti “alle classi” e non agli organici di istituto (articolabili traposti comuni, posti di sostegno e posti di potenziamento) potrebbe provocare lasparizione della novità che proprio l’organico di potenziamento e laconseguente flessibilità nella articolazione delle cattedre interne ha portatonelle scuole statali.

 

4.   riferimento: art 1 d ) ilcomma 70 è sostituito dal seguente: «70. Leistituzioni scolastiche di ogni ordine e grado possono definire accordi di reteper la realizzazione comune di progetti (….) conesclusione, in ogni caso, dell’utilizzo di personale docente e di personaleamministrativo, tecnico e ausiliario».

 

Tale formulazionenega il principio innovativo contenuto nell’art 3 c 3 del vigente DPR 275/199‘Regolamento dell’autonomia’ che recita: L'accordo di rete “può prevedere loscambio temporaneo di docenti, che liberamente vi consentono, fra leistituzioni che partecipano alla rete i cui docenti abbiano uno stato giuridicoomogeneo. I docenti che accettano di essere impegnati in progetti che prevedonolo scambio rinunciano al trasferimento per la durata del loro impegno neiprogetti stessi, con le modalità stabilite in sede di contrattazionecollettiva”. Una possibilità di scambio, libera e, dove necessaria, proficua,che realizza pienamente non solo l’idea di autonomia esercitata tra scuole perun obiettivo formativo ed innovativo, ma attua anche un’idea di impiego deldocente come soggetto che interviene e lavora sulla base di una sua specificaprofessionalità su un contesto più ampio della propria classe o istituto.

Promuovere reti di scuole senzaprevedere l’impiego comune di personale docente, seppur lasciato libero diutilizzare questa modalità, significa depauperare ulteriormente le potenzialitàinnovative delle istituzioni scolastiche autonome che in molti casi rispondono,con le loro progettazioni comuni, a esigenze formative del territorio su cuiinsistono.

 

Conclusioni

 

L’articolatodel Disegno di legge 763/2018 in discussione pare, quindi, prescindere da  un’idea di autonomia e di valorizzazione dellefigure di professionisti dell’educazione quali sono i docenti ed i dirigentiscolastici  o per lo meno le proposte inesso contenute non sembrano coerenti con il fine di valorizzarne lepotenzialità innovative, nell’ottica di “ribaltare la concezione” del sistemascolastico.

Il rischio sotteso alla scrittura del Disegno di legge n.763/2018  è quello di provvedere a rattoppare una pezza (toccare solo ilmeccanismo della modalità della nomina dei docenti e della loro assegnazionealle istituzioni scolastiche) senza inserirlo in una revisione dell’assettoorganizzativo generale (ad es. creati ruoli regionali, come dare, poi,  stabilità ai docenti nominati ? come evitarei caroselli annuali dei trasferimenti e delle supplenze ? come riattivareconcorsi annali che coprano subito con ruolo i posti vacanti?).

Apportare, seppur conbuone intenzioni, parziali modifiche ad un tessuto normativo già precario rischiadi snaturarne i principi senza ottenere meccanicamente un miglioramento per lagestione già complessa delle istituzioni scolastiche e del personale docente adesse assegnato.

 

 


Video della seduta

 DiSAL sede nazionale:  via Legnone, 20 - 20158 Milano -  tel. 02 69000940 - segreteria@disal.it

 


Abolizionechiamata diretta e ambiti territoriali: presidi contrari, ANP audita inSenato 

daTuttoscuola – 30/11/2018

 

Lo scorso 28novembre, nell’ambito dell’esame del disegno di legge 763,recante modifiche alla legge 13 luglio 2015, n. 107, in materia diambiti territoriali e chiamata diretta dei docenti, l’ANP(Associazione Nazionale Presidi) è stata audita presso la 7ª Commissione delSenato, dall’Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppiparlamentari.

ANP è contrariaal disegno di legge, che – secondo i presidi – non tiene in alcunaconsiderazione l’interesse degli studenti alla qualità del servizio.

DDL Ambiti territoriali e chiamata diretta: i motivi per cuiANP è contearia

Secondo l’AssociazioneNazionale Presidi il DDL in questione partirebbe da premesse di naturaideologica e altamente offensive della categoria dei dirigenti, nonsupportate da dati ed evidenze. Proporrebbe inoltre il ripristino diuna visione di scuola contraria allo stesso significato dell’autonomia,negherebbe agli stessi docenti di usufruire di possibilità che hanno spessogarantito loro vantaggi, e sembrerebbe poi ignorare che la collaborazione tradirigenti e docenti è indispensabile per perseguire l’unico vero fine delsistema educativo: una formazione di qualità per gli studenti.

 





 

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