Debutta il liceo del made in Italy, iscrizioni on line su Unica dal 23 gennaio


Fonte: Il sole 24ore. Articolo di Claudio Tucci del 30 dicembre 2023. Con le iscrizioni al nuovo anno scolastico parte anche la sperimentazione della nuova filiera formativa tecnologico-professionale. Il ministro Valditara: si rafforza il dialogo tra scuola, lavoro, territori.

Adesso è ufficiale. Con le iscrizioni al nuovo anno scolastico - che partiranno il 18 gennaio e fino al 10 febbraio - famiglie e studenti potranno scegliere due nuovi percorsi di scuola superiore, che, in via sperimentale, faranno il loro debutto a settembre. Parliamo della filiera formativa tecnologico-professionale, il cosiddetto modello 4+2, vale a dire quattro anni di istruzione tecnica o professionale (anziché i cinque canonici), più due anni di Its Academy; e il liceo del made in Italy. Con due circolari del ministero dell’Istruzione e del merito inviate ieri a scuole e Regioni arrivano le indicazioni operative per consentire l’iscrizione a queste nuove prime classi.

La circolare sul liceo del made in Italy

Partiamo dal liceo del made in Italy, previsto dall’articolo 18 della legge 206 del 2023, pubblicata in Gazzetta ufficiale, la n. 300 dello scorso 27 dicembre. Questo nuovo indirizzo scolastico potrà essere scelto da genitori e ragazzi sulla piattaforma Unica (la nuova infrastruttura digitale dove transiteranno tutte le operazioni di iscrizioni online al nuovo anno, ndr) a partire dal 23 gennaio. Le singole Regioni, nella loro programmazione, a partire appunto dal 2024/25, potranno attivare, con prime classi, i percorsi liceali del made in Italy. A settembre, in via sperimentale, la costituzione di prime classi del liceo del made in Italy potrà avvenire solo su richiesta delle scuole, statali e paritarie, che già erogano l’opzione economico-sociale del percorso del liceo delle scienze umane, e previo accordo con l’Ufficio scolastico regionale. La richiesta va inoltrata anche alla rispettiva Regione.

 Il piano di studi del primo biennio

La circolare del Mim, in attesa del regolamento che dovrà dettagliare struttura e obiettivi del nuovo liceo del made in Italy, prevede anche il piano di studi del primo biennio. Ogni anno sono previste 891 ore: 132 ore di lingua e letteratura italiana, 99 di storia e geografia, 99 di diritto, 99 di economia politica, 99 di lingua e cultura straniera 1, 99 di matematica (con informatica), 66 di lingua e cultura straniera 2, 66 di scienze naturali (biologia, chimica, scienze della terra), 66 di scienze motorie e sportive, 33 di storia dell’arte e 33 di religione cattolica o attività alternative.

Valditara e Urso: si facilita l’ingresso dei giovani al lavoro

«L’istituzione di questo liceo - ha sottolineato il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara - è una parte qualificante del percorso di valorizzazione, promozione e tutela delle eccellenze italiane: fornirà agli studenti la possibilità di approfondire gli scenari storici, geografici, artistici e culturali dello sviluppo industriale e del tessuto produttivo del nostro Paese, ma anche di proiettarsi nel futuro con una solida formazione di base soprattutto nei campi economico, giuridico e tecnologico. Questo mix virtuoso si inserisce nella grande riforma della scuola secondaria superiore, che si propone di avvicinare l’istruzione al mondo dell’imprenditoria nazionale e quindi del lavoro». Sulla stessa linea il collega di governo, e titolare del Mimit, Adolfo Urso: «La missione del liceo sarà fornire una preparazione completa, abbracciando sia le discipline umanistiche che le materie Stem con l’obiettivo di sostenere e promuovere le eccellenze italiane, la creatività e l’imprenditorialità. La Fondazione “Imprese e Competenze per il Made in Italy”, prevista dal Ddl Made in Italy insieme al liceo, agirà come il ponte essenziale tra il mondo scolastico e quello imprenditoriale, facilitando l’accesso al lavoro di giovani pronti ad affrontare le sfide globali con competenza e visione».

Parte anche la nuova filiera tecnica

L’altra novità di settembre è il debutto della filiera formativa tecnologico-professionale. Così come chiesto a gran voce da territori e mondo produttivo per rilanciare, collegandola di più al mondo del lavoro, l’istruzione tecnica e professionale e iniziare così ad aggredire un mismatch che, per queste competenze, tocca punte del 60%. Le scuole, istituti tecnici e professionali, hanno tempo fino al 12 gennaio (non più 30 dicembre) per presentare la propria candidatura che dovrà prevedere diverse innovazioni: un percorso quadriennale, l’attivazione di un partenariato con almeno una impresa, un potenziamento delle esperienze on the job (alternanza scuola-lavoro e apprendistato formativo) già a partire da 15 anni, e delle discipline Stem, oltre a una spinta, più decisa, al processo di internazionalizzazione e alla didattica laboratoriale. Si potranno introdurre moduli didattici e attività laboratoriali svolti da soggetti provenienti dai settori imprenditoriali e delle professioni, mediante la stipula di contratti di prestazione d’opera, per adeguare l’offerta formativa ai fabbisogni del territorio e all’evolversi delle conoscenze e delle tecnologie di settore.



 
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