Indicazioni nazionali I ciclo: proposte DiSAL al confronto MIUR


Si è svolto oggi, 3 giugno 2013, a Roma nella “Sala ferro di cavallo” al secondo piano del MIUR, un incontro tra il Comitato scientifico nazionale per l’attuazione delle Indicazioni nazionali del I Ciclo e il miglioramento continuo dell insegnamento (istituito con D.M. 254 del novembre scorso).

L’incontro, promosso dalla dott.ssa Palumbo Direttore degli Ordinamenti Scolastici v. la convocazione in allegato), è stato convocato per individuare le possibili linee di intervento e di pianificazione delle attività per l’attuazione delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, a partire dal prossimo anno scolastico.

Il coordinatore del Comitao, prof.  Italo Fiorin, a nome del Sottosegretario Rossi Doria e del Direttore Generale Carmela Palumbo, ha sottolineato le aspettative nei confronti del Documento e la volontà di sostenerne con vari strumenti l’azione delle scuole e di tutti i soggetti interessati.
Molti dei presenti,  pur rimarcandio la presenza di esperienze di aggregazione, hanno lamentato la confusione, difficoltà e disaffezione che stanno vivendo le scuole. Per questo sono stati chiesti da tutti tempi distesi e documenti di indirizzo, operando in modo da valorizzare al massimo quanto già in atto.

Per DiSAL hanno partecipato i dirigenti scolastici Filomena Zamboli (Napoli) e Bruno Stuardi (Torino), presenando un documento generale di osservazioni e proposte per l’attuazione nel prossimo anno (v. i testi sotto riportati). In sintesi i dirigenti di DiSAL hanno chiesto: di tener conto delle esperienze di formazione e di innovazione didattica già sviluppate nelle scuole; di incentivare economicamente questi tentativi di formazione o di ricerca-azione specie se nate da reti di scuole; di avvalersi, nella formazione e nella ricerca, della competenze delle Associazioni professionali invitando le Direzioni regionali ad utilizzare lo stesso metodo, cessando dalle continue convocazioni di conferenze di servizio sul tema ormai sempre meno gradite.

 


   Dirigenti Scuole Autonome e Libere

 Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie  - Ente qualificato dal MIUR alla formazione

 

Ministero Istruzione -Al Direttore agli Ordinamenti

Al Comitato Scientifico Indicazioni I Ciclo

 

Contributo in relazione a possibili aree di intervento e di pianificazione delle attività per l’attuazione delle Indicazioni nazionali a partire dal prossimo anno scolastico

 

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ad anno scolastico avviato (2012/2013) e con le progettazioni curriculari di fatto definite dalle scuole,  riteniamo innanzitutto sia necessario lavorare sui seguenti punti:

A) la realtà prima di tutto: lo stato dell'arte nelle scuole a valle della proposta

B) il lavoro della progettazione del curricolo per il nuovo anno scolastico.

C) i compiti dei docenti e dei dirigenti

D) il ruolo delle Associazioni professionali

E) come il Comitato scientifico supporta le scuole dell’autonomia

 

A -  E’ necessario conoscere “quanto” e “come” le scuole abbiano all’interno dei Collegi Docenti e/o dei Dipartimenti disciplinari avviato una lettura attenta e significativa del documento. Ovvero se abbiano sviscerato nell’impianto delle stesse le differenze rispetto al documento del 2007 (es. spariscono le aggregazioni per ambiti disciplinari e si “impongono” sic et sempliciter le discipline; la verticalizzazione del curricolo richiama a pieno titolo l’apporto significativo della Scuola dell’infanzia per il tramite, e non solo, dei traguardi di apprendimento al termine di ciascun segmento scolastico; si riafferma, in continuità con l’impianto morattiano della L.53/2003 il Profilo dello studente nell’ottica della piena armonizzazione dei documenti da cui nascono le Indicazioni vigenti; la necessità di maggiore attenzione alla categoria dell’educare istruendo e alla necessità che la scuola sia un luogo di incontro tra persone;  etc). Tanto si rende necessario per avere un quadro chiaro della realtà vissuta dalle e nelle scuole in quanto, non partendo dalla realtà, ogni proposta di intervento potrebbe risultare non aderente o non significativa.    STRUMENTI: Questionario on line con brevi domande chiuse e una sola domanda aperta per consentire a ciascuna scuola di esprimersi liberamente sul proprio operato.

 

B - Avviare con suggerimenti chiari e metodologicamente efficaci (es. rendere evidente alle scuole  l’impianto pedagogico che è alla base delle Indicazioni) il lavoro della progettazione del Curricolo di scuola: a cosa mira, quale utilità per la didattica e per l’organizzazione del tempo scuola e dell’offerta formativa.  A seguito delle esperienza attuare nella scuole, in particolare si dovranno ricercare e accettare, da parte del Comitato, anche proposte di revisione di alcune parti delle Indicazioni, in particolare per alcune Aree disciplinari come Storia, Scienze e Musica, per “aggiustare” il rapporto con  gli effettivi esiti dell’azione didattica.   STRUMENTI: 1) incentivare e FINANZIARE la costituzione di reti di scuole territoriali in cui lo scambio di esperienze e metodi di lavoro risultino efficaci e costruttivi, così che i Docenti e i loro Dirigenti possano dedicare tempi e spazi di operatività alla costruzione del Curricolo nel rispetto delle competenze e delle peculiarità di ciascuno. No a formazioni generiche e generaliste organizzate dagli USR ai quali solitamente vengono destinati i finanziamenti disposti dal Ministero e che non sempre risultano efficaci, coinvolgenti, operativi.

2) Supportare, invece, attraverso un Team di esperti (cui potrebbero partecipare a pieno titolo i rappresentanti delle Associazioni professionali) costituito a livello regionale/provinciale le esperienze delle scuole. Questo/questi team potrebbero, operativamente recarsi presso le scuole costituite in rete e collaborare fattivamente alle azioni predisposte dalle scuole stesse per la definizione/costruzione del curricolo.

 

C - Risulta decisivo dare sostegni e supporti al lavoro del Collegio dei docenti.  Poiché riteniamo elemento fondamentale della qualità di una buona scuola la presenza di un “buon dirigente” cioè di una guida capace di esercitare una leadership educativa efficace, occorre sostenere adeguatamente i Dirigenti scolastici nel saper dirigere  ed attivare i Collegi ed i dipartimenti ad un lavoro di metodo e di contenuto significativo.

Si tratta quindi di supportare il principio delle scuole autonome come “comunità professionali”, che vanno quindi aiutate a caratterizzarsi come ambiti di studio e ricerca, garantendo risorse per una libera autoformazione e riconoscendo gli esiti migliori di queste attività. Così si potrà supportare i processi di autovalutazione del Piano dell’offerta formativa, all’interno del più ampio processo di valutazione delle scuole.

Ribadiamo inoltre la necessaria attenzione ai rapporti anche con la famiglia, la comunità locale, il contesto sociale ed economico.   STRUMENTI:  Gruppi di lavoro territoriali a cura del team di supporto di cui al punto precedente. Forme di riconoscimento dei migliori “prodotti” (curricoli disciplinari).

 

D- Le Associazioni professionali rappresentano un “serbatoio” di buone esperienze già praticate dalle scuole. Esse, infatti, appartenendo ed essendo originate dalla “scuola reale”, conoscono e hanno concretamente avviato in diversi contesti esperienze di formazione/confronto/realizzazione di azioni volte a rendere prima la fase dell’armonizzazione e poi quella della implementazione delle Indicazioni nazionali. Tali esperienze possono rappresentare degli ottimi punti di partenza per azioni di medio/lungo periodo per tutte le scuole.   STRUMENTI: Raccolta e vaglio di esperienze esemplificative proposte dalle Associazioni professionali e RI-PROPOSTA delle stesse alle scuole a cura del Ministero con il supporto delle Associazioni.

 

E -  Affinchè il Comitato Scientifico Nazionale si avvalga del contrbuto delle Associazioni professionali,  deve proporre alle scuole in maniera trasparente e efficacemente comunicativa il proprio “percorso di lavoro”:  si tratta di evitare, da una parte, il rischio di lavoro nelle scuole senza risorse e senza supporti capaci di valorizzare e, dall’altra, di evitare che i cambiamenti ordinamentali restino “non vissuti” , quasi cadendo da un lontanissimo “centro”  che fatica a conoscere ciò che accade nella scuola reale.  Tutto si gioca quindi nel dare strumento e nel suscitare ambiti di confronto tali da far circolare le “buone pratiche” nate nelle scuole.  STRUMENTI:  le risorse necessarie e gli strumenti a disposizione delle tecnologie della comunicazione.

Per ulteriori e più specifici approfondimenti DiSAL rimanda al documento consegnato il 4 luglio 2012.

 

3 giugno 2013  -  La direzione

 

 
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